L'appello degli esorcisti: il demonio è tra noi. Combattetelo

L'allarme dei preti dell'Aie. I luoghi in Campania dove si pratica l'esorcismo.

Padre Leone e la sua lotta al diavolo nel Santuario di Andretta. Per i sacerdoti i giovani sono i più esposti. Il pericolo Halloween.

di Luciano Trapanese

Il demonio è tra noi. Non è il titolo di un film. E neppure si tratta delle farneticazioni di uno squilibrato. Lo dicono i sacerdoti dell'Aie (Associazione internazionale esorcisti). Organizzazione riconosciuta dal Vaticano. E che ha ricevuto pieno mandato dallo stesso papa Francesco.

In tutto il mondo a combattere con il diavolo sono 404 preti e 124 ausiliari. In Italia operano 242 esorcisti, aiutati da 62 ausiliari.

Ma non bastano. Perché occultismo e satanismo si stanno propagando in modo esponenziale.

L'Aie è una associazione nata nel 1990. A fondarla è stata padre Gabriele Amorth, il più famoso esorcista italiano, morto lo scorso anno. L'Aie è stata ufficialmente approvata dalla Congregazione per il clero nel 2014.

Gli adolescenti e i giovani sarebbero i più esposti al Maligno. «Oggi l'occultismo è proposto in tutti i modi alle nuove generazioni – dichiarano gli esorcisti -. C'è un pullulare di pratiche occulte. Lievita la vendita di manuali di magia, reperibili facilmente. E tra quelle pagine l'occultismo è spiegato dettagliatamente ai ragazzi. C'è poi internet, dove molti vengono iniziati».

Non è un film horror. Ma la dottrina riconosciuta dalla Chiesa cattolica.

In Italia è nel Sud che si ricorre sempre più spesso agli esorcisti.

In Campania sono diversi i luoghi dove si contrasta il demonio.

A Campagna, pochi chilometri da Eboli, nella zona di Santa Maria La Nova. Fino a qualche anno fa i riti di liberazione si praticavano nella chiesa dedicata a Sant'Antonino, un potentissimo esorcista.

Per anni un punto di riferimento è stato il santuario di Andretta, dove c'era padre Leone Iorio (che vanta tra i suoi allievi lo stesso Amorth).

Padre Leone è famoso per aver convertito Toni Negri, il professore universitario ritenuto l'ideologo delle Brigate Rosse. Ma soprattutto per aver “liberato” dal Maligno centinaia di indemoniati.

Viveva nel Santuario, in una stanza di pochi metri quadrati. Una cella, dove a stento entrava il letto e qualche mensola. Nella chiesa ogni giorno decine di persone. Spesso dormivano lì, sul pavimento. Una accanto all'altra.

Padre Leone – che è morto qualche anno fa – è considerato uno dei più grandi esorcisti italiani. (nel video in alto delle testimonianze del 1993)

Sempre in Irpinia, a Torre le Nocelle, c'è il Santuario dedicato a san Ciriaco. Qui le messe di liberazione sono celebrate ogni seconda settimana del mese da don Michele Bianco.

Don Michele non vuole essere definito esorcista.

Molti anni fa – troppi – lo intervistammo per il settimanale Dossier in una lunga inchiesta sull'esorcismo. Ci fece ascoltare la registrazione di un rito (esperienza inquietante). E parlare con una persona che era stata posseduta.

Incontrammo anche due ragazzine. Erano state liberate da padre Leone. Ci raccontarono che tutto era iniziato con le sedute spiritiche, fatte così, per gioco, nella soffitta di una delle due. Poi un'inquietudine crescente, il rifiuto di tutti i simboli religiosi, e violenza verbale e fisica contro chiunque. Parlavano anche lingue sconosciute. I medici – ci dissero – non avevano riscontrato patologie conosciute. Neppure di natura psichica.

Ma uno dei luoghi dove la lotta tra bene e male si combatte con maggiore vigoria (in Campania), è il Santuario dell'Avvocatella, a Cava de' Tirreni.

C'è anche una leggenda legata a questo posto: le campane della chiesa suonano da sole ogni volta che uno spirito demoniaco abbandona il corpo di una persona.

Una leggenda che è comunque condivisa da molti santuari dove si pratica la liberazione.

Ma quali sono i segni della presenza del demonio?

Lo specifica la Congregazione per il Culto divino in un documento del 1998: «Parlare correntemente lingue sconosciute o capire chi le parla; rivelare cose occulte e lontane; manifestare forze superiori all'età o alla condizione fisica».

Ma naturalmente a tutti questi elementi deve essere aggiunto quello determinante: l'avversione al sacro.

Padre Francesco Bamonte (presidente dell'Aie e successore di padre Amorth), così definisce i preti impegnati nella lotta al demonio e le caratteristiche necessaria per vincere la battaglia contro il male: «L’esorcismo è una lotta contro il potere di Satana: una lotta che esige unione alla Croce di Cristo, umiltà, vigilanza, prudenza, purezza, coraggio, fiducia nella potenza dell’amore di Dio, pazienza e fede viva. Tutto ciò richiede, da parte dell’esorcista e dei suoi stretti collaboratori, una costante, scrupolosa e personale cura spirituale, caratterizzata da incessante fedeltà al Vangelo e da intensa preghiera, avvalorata da spirito di sacrificio e di penitenza e dalla comunione con il proprio Vescovo e con i legittimi superiori. Oltre ciò si rende necessaria una seria formazione permanente e la piena fedeltà alle norme liturgiche e pastorali disposte dalla Chiesa».

Gli esorcisti mettono tra l'altro sotto accusa la festa di Halloween, che da decenni insidia la solennità cattolica di Tutti i Santi.

«E' una festa - si legge in un documento - che induce l’opinione pubblica, in particolare i bambini, gli adolescenti e i giovani, a familiarizzare con mentalità occulte e magiche, estranee e ostili alla fede e alla cultura cristiana. Dagli occultisti e dai cultori del satanismo,  Halloween è considerato il giorno più magico dell’anno, e più si avvicina, più, di notte in notte, si moltiplicano le iniziazioni magico-esoteriche, l’avvio allo spiritismo e alla stregoneria e i rituali come le messe nere. In alternativa a tale avvenimento, nella notte tra il 31 ottobre e il primo novembre, aumentano le iniziative dei parroci che infatti organizzano veglie di preghiera nelle chiese, processioni dei santi o rappresentazioni teatrali della vita dei santi e varie altre proposte orientate alla sensibilizzazione cristiana della celebrazione della festa di Tutti i Santi».

Il demonio è tra noi. Almeno per la Chiesa. Che sulla questione non ha dubbi.