Discoteche addio, i ragazzi non le frequentano più

Sono un ricordo degli anni '80/'90. Sono esplose musica dal vivo e feste private. Locali dimezzati

In Irpinia – come altrove – sono sparite. Sopravvivono nei ricordi dei nostalgici. Come le balere nell'immaginario di chi oggi ha 60 anni.

di Luciano Trapanese

Le discoteche non ci sono più. Sparite, uscite dai radar. Annientate dal tempo che passa. In un silenzio quasi paradossale. Solo ad Avellino c'erano il Kiwi, il Miss, l'East Side. Più altri locali dove bere e ballare. Stessa storia a Salerno, Napoli, Benevento o Caserta. Stessa storia in tutta Italia: da cinquemila locali a poco meno di duemila e 800. Un crollo, che non può essere attribuito solo alla crisi, anzi.

Diffusissime negli anni '80/'90, le discoteche erano l'evoluzione naturale delle balere, delle sale da ballo. Dalla “Febbre del Sabato Sera” in poi è stato tutto un fiorire di locali. Si ballava anche di giorno (chi non ricorda il Pepper Pot di piazza Malta a Salerno?). Ma i gusti sono cambiati, i travoltini puzzano di disco music, e anche l'house e la techno – che hanno caratterizzato gli anni '90 – sono ormai un ricordo lontano. Si balla. Si balla ancora. Ma in luoghi privati, in rave, sulla spiaggia, con la musica dal vivo.

La discoteca come simbolo del divertimento del sabato sera ha perso il suo appeal, forse per sempre.

E' stata una lenta agonia, passata quasi sotto silenzio. Sfuggita agli organi di informazione. O meglio: sottovalutata, quasi – si pensava – la discoteca dovesse sopravvivere a se stessa, immutabile.

Non è così. Se avete tra i sedici e i diciotto anni lo sapete bene. E se siete genitori ancora meglio. C'è un fiorire di feste private, ma non sentite mai pronunciare dai vostri figli la parola discoteca.

Sa di vecchio, come la paninoteca. Un rigurgito del passato, qualcosa di superato. Un po' come il sax nelle canzoni pop: oggi completamente bandito. Eppure negli anni '80/'90, una canzone senza assolo di sax non era una canzone, così come negli anni '70 era inimmaginabile pensare ad una pop song senza la svisata di chitarra.

Tutto cambia, discoteche addio. Il crollo vero è iniziato nel 2005, dodici anni fa.

E la questione non riguarda solo l'Italia. In Gran Bretagna – dopo il boom di fine anni '70 – le discoteche sono passate da 3144 a 1733. E anche lì non c'entra la recessione. Perché la vita notturna non è diminuita.

I ragazzi hanno molte più possibilità di intrattenimento, Ma non solo: grazie alla tecnologia i giovani hanno modi diversi per sfuggire alla vita reale o semplicemente di socializzare. Oltretutto – proprio come in Italia – è cresciuto in modo esponenziale l'interesse per la musica live.

Se non ci sono – o quasi – più discoteche, perché si continua a parlare di pasticche di ecsasty, di solito associate proprio a alla frequentazione di quel tipo di locali notturni? Stereotipi, evidentemente. La droga circola ancora, magari acquistata sul web. E c'è un classico che non tramonta mai, l'alcol.

Le discoteche chiudono anche in Germania e Spagna, sostituite da bar e piccoli club. E' una tendenza europea. Che assimila i ragazzi dell'intero continente. Sempre più uguali tra loro. Sempre - ed è giusto così – più diversi dai loro genitori.

Se avete intorno ai 40 anni, e cercate le vostre vecchie discoteche, dovreste ormai saperlo, siete agli occhi dei vostri figli esattamente come i vostri genitori, quando li osservavate divertiti e curiosi frequentare qualche balera dove il menu musicale era fornito da liscio e musica anni '60.