«La solidarietà di Manchester: case aperte, taxi gratis»

Il racconto di Giovanni Armanini giornalista da anni residente a Manchester

«Questa è una città di persone operose ed organizzate. Da due anni non si vive l'allerta più alta, ma l'efficacia dei controlli. Nessuno ha perso la calma, i servizi sono garantiti. Le forze dell'ordine presidiano senza creare allarmismi»

 

di Siep

 

La notte più buia di Manchester e la solidarietà che si mette in moto, spontaneamente, per aiutare gli scampati alle strade. Ce lo racconta un italiano, il giornalista Giovanni Armanini, che racconta come le ore trascorse dopo l'esplosione al concerto di Ariana, siano state scandite da una rodata predisposizione e preparazione alla gestione del caos.

Il bilancio delle vittime dell'attentato terroristico all'Arena dove si svolgeva lo show della popstar idolo dei teenager è salito a 22 morti, tra cui bambini. I feriti sono almeno 59 mentre ci sarebbero almeno 12 dispersi. E' stato arrestato un 23enne. Il capo della polizia di Manchester Ian Hopkins, citato dalla Bbc, ha detto che ad agire è stato un kamikaze «morto sulla scena dopo aver attivato l'esplosivo». Hopkins ha aggiunto che stanno cercando di capire se l'uomo, abbia agito da solo o meno.

Intanto si cercano amici e parenti tra i dispersi. Abbiamo contattato gli italiani che vivono lì. Il racconto è quello di una città che va avanti, comunque, garantendo servizi, scongiurando allarmismi e caos.

«Vivo da anni in questa città. Una città di persone operose ed organizzate. Da due anni, dopo l'attentato a Parigi, non si vive l'allerta più alta, ma l'efficacia dei controlli. Nessuno ha perso la calma, i servizi sono garantiti. Le forze dell'ordine presidiano senza creare tensione», racconta Armanini da ore impegnato nella gestione del gruppo facebook Italiani a Manchester. 

«I taxi hanno effettuato tratte gratuite per le persone coinvolte nell’incidente e sotto choc - racconta -. Le compagnie hanno postato messaggi su Twitter, dopo l’esplosione al Manchester Arena, in cui indicavano la possibilità di usufruire della corsa gratis. Molti hanno anche usato i taxi per raggiungere ospedali alla ricerca di persone care. Questo è lo spirito di una città di lavoratori solidali». Questa è l'altra faccia della notte più buia di Manchester, con il sangue di giovanissimi che scorre all'Arena.

La solidarietà e la mobilitazione social viaggiano parallelamente a quella reale, effettuata sul posto dell'esplosione. «Inoltre, alcuni residenti hanno ospitato ragazzini scampati alla strage che non riuscivano a tornare a casa. Una cinquantina di adolescenti, che erano riusciti a fuggire tra il panico e la disperazione, sono stati radunati e ospitati nella struttura dell'Holiday Inn situata a breve distanza dalla Manchester Arena. «Anche io e la mia ragazza abbiamo postato l'hashtag per offire ospitalità - racconta Armanini -. Questa giornata sta scorrendo nella normalità possibile di un post-attentato, ma con la garanzia dei controlli e dei servizi primari. Sono alla stazione centrale, solo poche corse dei treni sono state soppresse. La città dimostra di andare avanti. Comunque. Abbiamo usato Twitter per dire che le nostre porte erano aperte per chi aveva bisogno di un letto o anche solo di una tazza di tè, con l'hashtag #roomformanchester.». 

Twitter e Facebook sono pieni di foto di bambini e ragazzi che erano al concerto, con messaggi e appelli per ritrovare coloro che sono ancora dispersi, magari feriti o nell’impossibilità di comunicare. Su Twitter, ad esempio, è nato il profilo PrayforManchester. Un coniglietto (simbolo del cerchietto di Ariana Grande) nero a lutto su uno sfondo rosa è divenuta immagine virale dell’attacco.

Facebook ha attivato inoltre subito, come sempre in queste occasioni, la funzione Safety Check per chi si trovava nella zona, per far sapere ad amici e parenti che si sta bene.