Più grandi sono, più fanno rumore quando cadono. E se si tratta di giornalisti all'epoca del 2.0, le parole pesano davvero come macigni. Basta un twitter infelice, ripreso dalla rete, per trasformare una svista già marchiana, in una figuraccia nazionale e, vista la portata di twitter e la fama del protagonista della vicenda, internazionale. Lui è Vittorio Zucconi.

Un nome, che anche chi non mastica giornalismo quotidianamente, avrà sentito almeno una volta nella vita: attuale direttore di Radio Capital, e inviato per il quotidiano la Repubblica. Una carriera cinquantennale alle spalle spesa fra le redazioni più importanti d'Italia.

Zucconi, insomma, non è un cronista di primo pelo. E negli ultimi tempi lo si vede sempre più spesso nelle vesti di commentatore/tifoso politico, sponda Pd. Vi ricorderete, lo ha riportato splendidamente anche Andrea Scanzi de “Il fatto Quotidiano”, come Vittorio commentò la vittoria della Raggi: “SPQR. Sindaca Populista Qualunquista Romana”. Proprio nei confronti dei Cinquestelle, Zucconi ha infatti pareri, come dire, quantomeno netti, che spesso lo portano ad esprimersi senza contare fino a tre.

Ieri si è ripetuto. E, dal suo privilegiato osservatorio di Philadelphia, ha postato sull'account twitter, la foto di una montagna di rifiuti che bloccano una strada. Di corredo un rigo al vetriolo: “Intanto, nella Roma dove il vento è cambiato ...” Un chiaro riferimento a Virginia Raggi.

Peccato però, per Zucconi, che la foto postata non ritragga uno scorcio di Roma, bensì di Napoli. Per altro, scorrendo i commenti a twitter, c'è di più. Scopriamo infatti che la foto risale addirittura agli anni scorsi. Insomma, fuori luogo e fuori tempo. Un autogol strepitoso da parte di Vittorio sempre sul pezzo. Una gaffe che la rete ha ripreso immediatamente, tanto da farne uno dei trend topic del noto portale Twitter.

Chissà cosa ne pensa lui, il nostro Zucconi, in questo momento. E se arriverà una rettifica o una scusa a Roma e ai Romani. Magari attraverso un altro cinguettio. Speriamo, questa volta, non così stonato.

Andrea Fantucchio