Inquinamento e malattie, dal Moscati: Avellino non è al sicuro

Acone, direttore del dipartimento malattie infettive, ha fatto il punto sul capoluogo a Tufo

Per Acone anche lo sviluppo delle particelle potenzialmente cancerogene non è un'esclusiva delle aree industriali.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

“Ad Avellino sono aumentate le malattie legate all'inquinamento. E sbaglia chi pensa che questa problematica sia esclusiva del nucleo industriale. Si pensi alla polveri sottili trasportate dal vento o al particolato nocivo in eccesso nell'aria che respiriamo”. Spiega Nicola Acone, direttore del dipartimento di malattie infettive presso l’azienda ospedaliera Moscati.

Durante il suo intervento a Tufo, ieri sera, durante la conferenza organizzata dall'associazione Vallea Terra e Salute in sinergia con Salviamo la Valle del Sabato e Isde medici dell'ambiente, ha illustrato quali siano alcuni dei rischi corsi da chi abita in città ad Avellino.

Per Acone anche lo sviluppo delle particelle potenzialmente cancerogene non è un'esclusiva delle aree industriali o del territorio dei comuni che coinvolgono la Valle del Sabato.

Un fenomeno che osserva da anni: “Io sono partito proprio da Tufo. Come medico generale sul campo ho potuto verificare come alcune malattie siano aumentate esponenzialmente con l'aumento dell'inquinamento. Penso alle leucemie o ad alcuni specifici tumori”.

Ci vuole insomma attenzione e studi concreti che non scadano nell'allarmismo: “E' fondamentale realizzare su tutto il territorio della Valle del Sabato, Avellino compresa, quegli studi epidemiologici ai quali anche cittadini e comitati fanno riferimento. Oltre a terminare il registro dei tumori. Due strumenti che ci aiuteranno ad avere contezza specifica degli agenti inquinanti presenti nel nostro territorio e della diffusione di alcune specifiche malattie. Regalandoci anche un quadro completo delle correlazioni che esistono fra i due dati”.

Acone è molto critico con le istituzioni: “Spesso i sindaci sono i primi a scappare. Anche su questioni che potrebbero e dovrebbero risolvere in prima persona. Penso ad esempio all'uso indiscriminato dei pesticidi. Le amministrazioni locali dovrebbero essere i primi presidi sui territori e invece non sempre ci riescono. Anzi. Il mio appello quindi idealmente si rivolge a loro. Affinché cambino modo di operare”.

Sui pesticidi e i roghi Ottopagine evidenziò la loro pericolosità nei precedenti articoli grazie al supporto di Pasquale Matarazzo.