Marciapiedi ghiacciati, negozi isolati. La città è paralizzata

Avellino. Strade libere per le auto. Ma città bloccata per i pedoni. Guarda, commercio sotto zero

Due giorni di medie nevicate, temperature rigide soprattutto nelle ore serali, ed ecco che la città torna pericolosa per i pedoni. Paralizzata in molte aree.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

La neve dà un attimo di tregua e tornano i problemi col ghiaccio. Stavolta sono i commercianti a lamentarsi: ingressi dei locali irraggiungibili. 

Spesse e scivolose lastre di ghiaccio  coprono i marciapiedi. Non ci riferiamo agli usci di competenza degli esercenti. (Clicca sulla foto di copertina. Guarda il video di Ottochannel realizzato da Angelo Giuliani. Montaggio di Matteo Piscopo. La galley a fine articolo)

Due giorni di medie nevicate, temperature rigide soprattutto nelle ore serali, ed ecco che la città torna pericolosa per i pedoni. Avellino paralizzata in molte aree.

Scrivono da via Circumvallazione: «Da commerciante mi sento di chiedere al Comune di Avellino: come si può vivere in queste condizioni? Si puliscono le strade. E i marciapiedi? Forse quelli non sono comunali? Guardo genitori con carrozzine e bambini camminare per strada con gravi rischi per l'incolumità. Vedo anziani che non sanno dove aggrapparsi per non cadere e farsi male. Questo è vivere civilmente sindaco? Assessore?».

Un'invettiva dura, sentita, che mette in risalto da un lato il problema dell'impraticabilità di molti marciapiedi, dall'altro un inizio anno drammatico per il commercio cittadino.

Complice anche il mal tempo. Come abbiamo avuto modo di constatare in una recente intervista, i saldi si sono rivelati un flop. La neve ha ghiacciato lo spirito degli avellinesi. Spingendoli a rimandare le compere. Di turisti neanche l'ombra.

Aggiungiamoci una città bloccata da due settimane per i pedoni. E il momento difficile è servito. Una situazione drammatica sia in centro che in periferia.

Solo la pioggia e l'umidità hanno evitato il collasso definitivo. Ma i marciapiedi sono comunque impraticabili. Per quelli ci vuole il sale e i mezzi comunali.

E' uno periodo nel quale l'insofferenza è ai minimi storici. Esplode tutto il malumore covato negli anni. In primo luogo nei confronti di amministrazioni che non hanno agevolato attività produttive.

Prima l'apertura contemporanea dei cantieri, poi il blocco annesso di buona parte della viabilità, quindi la mancanza  endemica di parcheggi. Risultato? Una città che è un grande deserto. Tante isole pedonali nelle quali non arriva mai nessuno. Aggiungiamo l'assenza di politiche rivolte al commercio. Ultima ora: ci saranno altre zone a traffico limitato a centro città. 

Diciamo poi che l'assessorato al commercio non porta una gran fortuna agli amministratori locali. In passato il sindaco è stato costretto ad arrogarselo  con risultati irrisori. Negli ultimi mesi era invece toccato all'assessore Arturo Iannaccone vestire l'infausto ruolo del “risollevatore”. Tentativo pregiudicato da un Natale in tono minore. E poi ucciso nella culla con le dimissioni dello stesso Iannaccone. 

Ora quel posto è di nuovo vacante. Così come le prospettive per il futuro. Vanno poi aggiunte cause più generali. La crisi economica e la necessità di aggiornarsi. Puntare sui mercati digitali che prescindono dalla posizione fisica del negozio.

Prospettive che permetterebbero di dare nuovo vigore anche alle produzioni locali. Produzioni che scarseggiano in città. Mentre abbondano le attività di ristorazione. Ad Avellino tutti fanno i baristi. E campano mediamente tre cinque anni prima di chiudere. Ma orientarsi verso altri mercati, riscoprendo le produzioni locali, è un processo lungo.

E che non può prescindere da una città che ha bisogno di ridisegnarsi. Anche per rendersi appetibile per i turisti. E' un'impresa per disperati fare i commercianti in queste condizioni. Fra cantieri, strade bloccate e sporche, zero parcheggi, zero attrazioni. Una situazione che finisce per scoraggiare anche potenziali investitori. E costringe la città in una prolungata agonia. Da almeno dieci quindici anni.

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