Volevo lavorare nel mio rione. Ma esistiamo 3 giorni l'anno

Avellino. La triste storia di una giovane commerciante. Non l'unica. Guarda le interviste...

Continua la ragazza: « Oggi è anche peggio. In molti non sanno neppure dov'è Corso Umberto I. Ci conoscono solo per la “Fontana dei Tre Cannoli” (Fontana di Bellerofonte). E per un'attività voluta fortemente dal parroco, il Palio della Botte»

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

Immaginate di aver sempre vissuto in un quartiere. Di amarlo al punto da non voler lavorare in nessun altro posto al mondo. Ma quando fate partire l'attività, ne succedono di tutti i colori. Vi chiudono le strade, tolgono i parcheggi, vi impediscono persino di istallare i cartelli davanti ai negozi. Cercate di chiedere spiegazioni, ma non vi convincono. La situazione vissuta da una ragazza che lavora in corso Umberto I. Oggi bloccato a causa del cantiere di Piazza Castello. (Clicca sulla foto di copertina e ascolta l'intervista)

Ci dice la ristoratrice: «Abbiamo aperto da poco. Io abito in questa strada. Il parcheggio non c'è. Piazza Castello mai terminata. Il destino delle attività intorno è scoraggiante. Hanno chiuso anche negozi storici e attività aperte di recente. Non possiamo neppure istallare i cartelli davanti al locale. Capisco il costo dell'occupazione per il suolo pubblico, ma davvero siamo ridotti allo stremo».

Tanti i negozi che hanno chiuso i battenti. Chi è di Avellino ricorderà certamente il caso della pasticceria “Dolci Tentazioni”. Quindici anni di onorata attività, prima di alzare bandiera bianca. La titolare non voleva essere costretta a licenziare i propri dipendenti. Ma fare commercio in questa porzione di centro storico era un'impresa impossibile.  Così ha dovuto traslocare altrove.

Continua la ragazza: « Oggi è anche peggio. In molti non sanno neppure dov'è Corso Umberto I. Ci conoscono solo per la “Fontana dei Tre Cannoli” (Fontana di Bellerofonte).  E per un'attività voluta fortemente dal parroco, il Palio della Botte. Per il resto siamo degli invisibili»·

Mentre scendiamo verso il cantiere c'è chi propone di cambiare nome alla strada. Dicono: «Cancellate “Corso Umberto I”. E scrivete: “Corso 2 Novembre”. E' più adatto».

Opinione simili anche per gli esercenti intorno.

Un ristoratore: «Il traffico delle auto è già difficile in condizioni normali, figurarsi con questi lavori. Nessuno ci ha avvertito. L'amministrazione ora rimedi».

Un'altra attività poco distante: «Nessuno ci ha avvertito, ma non è una novità. Piazza Castello non la finiranno né ora né mai. Per la durata di questi lavori, che dire: “tempi brevi” è un punto di vista. Può trattarsi di una settimana così come di mesi».

Una situazione, quella di Corso Umberto I, comune a buona parte del centro storico. E delle periferie di Avellino. Negozianti trincerati dai cantieri, nessun parcheggio, e un palinsesto di attività comunali anoressico. Nè eventi né manifestazioni. Lavori che arrivano senza preavviso.

Poco distante da questa zona ci sono teatro Gesualdo, Conservatorio Cimarosa e Casina del Principe. Senza dimenticare la Torre dell'Orologio, il Duomo con la Collina della Terra e poi la Dogana. Insomma, qui è racchiusa la porzione più rappresentativa della città. O, almeno, così dovrebbe essere. Infatti fra transenne e negozi chiusi, il quadro è davvero disastroso. E il sogno di un centro storico pullulante di vita è sempre più un ricordo per anziani avellinesi nostalgici.

Se hai un disservizio o una storia da segnalare invia le tue segnalazioni alla mia mail: fantucchioandrea@gmail.com o sulla mia Pagina Facebook "FantucchioandreaGiornalista".

Puoi anche scrivere a: redazione.ottopagine@gmail.com o a ottochannel.tv@gmail.com. O alle nostre pagine Facebook: "Ottopagine", "Ottopagine Avellino", "Ottopagine Benevento", "Ottopagine Napoli".