Ma quali videogiochi, meglio le figurine Panini...

Genitori e figli si riuniscono qui, rivive la magia dei calciatori Panini. Guarda le interviste

Anche chi oggi è qui, nel tabacchino di Mario e Alessandra a Mercogliano, e affianca i propri figli. In trattative estenuanti, per aggiudicarsi la preziosa figurina mancante. Scambi con la supervisione attenta di Nicola.

Mercogliano.  

 

di Andrea Fantucchio

«C'è l'hai? Sì ce l'ho a doppione. E l'altra? Mi manca...». Se avete giocato con le figurine almeno una volta, questa frase avrà risvegliato un mare di ricordi. E proprio con queste parole, si apre il nostro breve viaggio indietro nel tempo. Quando con le figurine dei calciatori, le mitiche Panini, giocavano tutti, ma proprio tutti. Anche chi oggi è qui, nel tabacchino di Mario Tulimiero e Alessandra de Venezia a Mercogliano. (Clicca sulla foto di copertina e guarda le interviste. A fine articolo tutte le foto).

Genitori che affiancano i figli in "trattative di mercato estenuanti", per aggiudicarsi la preziosa figurina mancante. Scambi con la supervisione attenta di Nicola. Lui, è un collezionista indefesso da più di trent'anni.

«A casa – sorride – ho tutti gli album completi a partire dal 1999. Gli altri papà li ha buttati».

Qui a Mercogliano, ogni domenica, rivive una piccola magia. Bambini e bambine, ma anche i più adulti, lo avete letto, lasciano fuori dal tabacchino la propria quotidianità. E la teconologia: mettono da parte smartphone, tablet, pc, per abbandonarsi a due ore di euforia all'insegna di scambi e giochi.

Ci accoglie un muro umano, assiepato intorno a un tavolo. Dove sono distribuite, impilate ordinatamente le une sulle altre, centinaia di figurine. Alcuni bambini hanno già gli occhi a lucciconi, altri cercano di trattenere le emozioni. Forse sono consapevoli, che manifestare il proprio interesse, potrebbe aumentare le richieste di chi possiede la figurina che si cerca ostinatamente.

Il tutto dura circa un'ora e mezza. Qualche scambio, una chiacchiera, poi si scappa a vedere la squadra del cuore. Qui sono tutti tifosissimi. A partire dai bambini.

Come Elio che non ha dubbi: «La squadra del Napoli è quella che mi piace di più».

Gli chiedo: «Il tuo giocatore preferito?».

«Maradona, il più grande di tutti»

Una risposta che non sorprenderebbe nessun tifoso partenopeo. Peccato che Elio, Maradona non l'abbia visto giocare. Eppure ne parla, come se lo conoscesse. Ne ha assorbito le gesta, i gol, probabilmente attraverso i racconti dei genitori, che gli hanno parlato di quei magici anni a cavallo fra '80 e '90. Fatti di partite indimenticabili, di titani del rettangolo di gioco: gli olandesi volanti di Sacchi, i quadri che Platini tracciava nell'aria quando accarezzava il pallone. Anni di semplicità, di corse allo stadio, e poi tutti davanti a 90esimo minuto (c'è anche chi preferiva le radioline).

Anni di sfide all'ultimo sangue a “scuoppo”, per aggiudicarsi le figurine. Le stesse che oggi tengono incollati qui, bambini e genitori. Certo, ci si è anche aggiornati. C'è chi ai calciatori preferisce i "cucciolotti". Ma la sostanza non cambia. Ognuno è un piccolo ricercatore a caccia di quella figurina che ti permette di dire, «ce l'ho fatta, ora ce le ho tutte».

Figurine come pietre miliari di un'età. Di ricordi che si intersecano fra campionati indimenticabili, nel fluire della vita. E poi, magari a distanza di decenni, si ripescano sfogliando quel vecchio album. Salteranno fuori, insieme a quella figurina sgualcita un po' sull'orecchia a destra.

Chissà che ricordi ha in testa Mario, mentre dispone sul tavolo tutti i suoi di album. Neanche lui è immune dal germe del collezionismo. Li ordina di fronte alla nostra telecamera, quasi fossero reliquie. Ma poi, a riprese terminate, non esita un attimo a mettere quegli album a disposizione dei bambini. Dopotutto ogni collezionista sa che parte della magia della raccolta risiede nella condivisione con gli altri. Sopratutto dei più piccoli. Un testamento ideale di passioni e riti che si tramandano di padre in figlio. Così come sta accadendo oggi. E ogni domenica, da almeno tre anni. Provare per credere.

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