L'ultima missione impossibile di Foti: far risorgere il Teatro

Da oggi al lavoro il comitato di gestione, ma resta il mistero sulla questione dei conti

Avellino.  

di Pierluigi Melillo

Far risorgere il Teatro Gesualdo. Sembra una missione, se non impossibile, alquanto complicata in questa fase, dopo inchieste e veleni che hanno appannato l'immagine del “Massimo” avellinese e lasciato sul lastrico i dipendenti, colpevolmente abbandonati al loro destino.

Si sono persi mesi a polemizzare, cercando di fare le pulci all'ex presidente Luca Cipriano che ha tolto il disturbo senza aspettare la condanna annunciata dei suoi ex amici di partito, primo fra tutti il sindaco Paolo Foti, che lui aveva fortemente sostenuto nella battaglia elettorale. Ora inizia una nuova fase. E stamane c'è stata la prima riunione del comitato di gestione nominato dal sindaco. Subito al lavoro Rosalia Iandiorio, Angelo Maietta e Antonio Caputo, che hanno un compito delicatissimo: ricostruire l'immagine del teatro e definire una programmazione che non faccia rimpiangere il passato. Ormai l'era Cipriano è scivolata in archivio per quanto riguarda il cartellone degli spettacoli, resta ancora aperta la questione amministrativa per gli accertamenti in corso sulla discussa gestione da parte della Procura e della Corte dei Conti.

Uno dei componenti del comitato, l'avvocato Angelo Maietta, ha subito messo le mani avanti: “Non penso che ci occuperemo di conti”, ha precisato all'esordio. Cosa faranno lo capiremo presto. Ma ha decisamente una maggiore esperienza amministrativa l'ex sindaco di Aiello, Antonio Felice Caputo, per anni protagonista anche in consiglio provinciale, già colonnello della guardia di Finanza. Almeno rigore e trasparenza sono garantiti. E c'è anche una dose di entusiasmo nell'avvocato Rosalia Iandiorio.

Inutile avventurarsi nelle motivazioni delle scelte del sindaco, ci sarebbe da spulciare il manuale Cencelli per decifrare l'appartenenza dei prescelti alla parrocchia del Pd o a quella di D'Agostino.

Sulle competenze che dimostreranno il tempo sarà giusto giudice. Sarebbe però utile e opportuno che il sindaco o qualche autorevole (?) esponente del governo cittadino dica qualche parola in più sul futuro del Teatro. Una cosa è certa, ci auguriamo di non sentire più la parola: discontinuità. Si è già giocata, in maniera furbesca, una campagna elettorale su quella espressione. E pare che siano in molti ormai a rimpiangere il passato.