Quando a Piazza Libertà c'era il teatro: il San Ferdinando

Andrea Massaro con immagini e parole racconta un edificio straordinario che non c'è più. Video

(Clicca sulla foto in alto e guarda il video) Il teatro era uno dei più innovativi: con un sistema d'illuminazione all'epoca unico in Europa.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

Una favola senza lieto fine. Quella del vecchio teatro di Avellino, del quale oggi si è persa la memoria, nonostante sia stato uno dei più importanti del Sud Italia: se si considera lo spessore degli artisti che si sono esibiti sul palco e la maestosità della struttura. (Clicca sulla foto di copertina e guarda il servizio video)

Parliamo del San Ferdinando, edificio che sorgeva dove oggi si trova Palazzo Sarchiola, all'ingresso di Piazza Libertà, all'angolo col corso. Del vecchio teatro resta solo una lapide. Eppure, come dicevamo, c'è stata un'epoca nella quale il San Ferdinando era un fiore all'occhiello della città.

Racconta l'amico e storico, Andrea Massaro: «Il teatro è stato completato nel 1816, sotto l'amministrazione di Giacomo Mazas. Allora Piazza Libertà era diversa, ospitava anche la Chiesa di San Francesco non più visibile e l'Ospedale S.Onofrio. La piazza era sempre in fermento, un via vai di gente e carrozze».

Il San Ferdinando fu progettato dall'architetto Domenico Chelli, già impegnato nella progettazione del San Carlo di Napoli. Il nome del vecchio teatro avellinese è dedicato a San Ferdinando, in onore del re di Napoli, Ferdinando I.

La manutenzione dell'edificio era affidata all'amministrazione civica.

Spiega Massaro: «Nel 1877 il teatro fu reso più moderno e arricchito con le decorazioni dei pittori avellinesi, Angelo e Cesare Uva. Quest'ultimo noto per il quadro che mostra una veduta di Piazza Libertà dell'800. Il San Ferdinando negli anni successivi si è arricchito anche della “ribalta elettrica”, la prima scala in Europa a utilizzare questo sistema di illuminazione».

Gli anni a cavallo fra la fine dell'800 e l'inizio del'900 furono quelli di massimo splendore per l'antico teatro avellinese. Sul palcoscenico irpino si esibivano tanti noti artisti che portavano in scena: Verdi, Puccini, Rossini, Masciagni, Doninzetti, Bellini, e tanti altri.

«La storia del vecchio teatro di Avellino – conclude Massaro – si chiude bruscamente nel 1923. Quando il Commissario regio, Giulio Corradi, decide di vendere la struttura. Rovinata negli spazi interni dopo il periodo di inattività durante la prima guerra mondiale. Oggi rimane solo una lapide all'ingresso di Palazzo Sarchiola. L'ultima traccia di quello che è stato uno degli edifici simbolici della storia della città».