Con i colori di Aldo, nell'Avellino che non c'è più FOTO

Più che una mostra un viaggio nell'identità della città. Guidati dall'artista Aldo Cristallo.

(A fine articolo tutte le foto della mostra) Un viaggio fra monumenti e personaggi unici di Avellino. La mostra è visibile al Circolo della Stampa.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

Un viaggio nell’Avellino che non c’è più. La mostra di Aldo Cristallo, visibile in questo momento al Circolo della Stampa, permette di immergersi fra i dettagli dimenticati della città. Dipinti a olio che in un gioco di luci e ombre molto incisivo mostrano scorci caratteristici del capoluogo irpino: il corso gremito che prosegue fino a via Nappi, gli angoli dello “Stretto” pullulanti di gente, la fontana di Bellerofonte, per tutti dei “Tre cannoli”, che svetta nella sua maestosità. (A fine articolo tutte le foto della mostra) 

“Dipingo da sempre - racconta Aldo - prima dovevo approfittare dei momenti di pausa dal lavoro. Ogni volta che potevo, spesso nel pomeriggio, scappavo dalle mie tele. Ho cercato di raccontare le bellezze della mia città. Tante di queste, purtroppo, oggi sono perdute”.

Gli occhi di Aldo brillano mentre ci guida alla scoperta delle sue tele, le mani callose e sicure indicano i quadri e i loro protagonisti. Nelle opere di questo artista irpino sono i colori vivi e l’attenzione ai dettagli che non possono lasciare indifferente chi le guarda. Un uomo che legge il giornale, una carrozza che gira l’angolo, una donna con in mano la busta della spesa, i personaggi si muovono in un’Avellino vitale. Proprio questi protagonisti del vivere quotidiano, così come i monumenti perfettamente riprodotti, riassumono un’identità urbana coerente oggi purtroppo profondamente disgregata. Di quella città raccolta e attenta ai suoi spazi curati come piccoli gioielli, imperniata di rapporti umani genuini, resta infatti una pallida ombra.  

Quella di Aldo è una città diversa e viva, grazie ai mercati di prodotti tipici e agli spazi d’aggregazione che hanno una loro precisa connotazione. A partire dalle piazze, su tutte quella della Libertà, dove viene esaltata bellezza della fontane e il profilo maestoso della Torre dell’Orologio. 

In questi paesaggi urbani anche il clima gioca un ruolo fondamentale, particolarmente interessanti sono gli spazi innevati che generano nei giovani protagonisti della tela visibile sorpresa. 

“Avellino degli anni 50-60 - spiega Aldo - era una città a misura d’uomo, con un centro storico sempre pieno di gente. In tanti venivano anche dai comuni dell’hinterland per acquistare nei negozi avellinesi. C’erano tante attività artigianali caratteristiche, espressione dell’identità cittadina: dai venditori di abiti a quelli che intagliavano il legno, passando per i negozi di prodotti tipici”.

Un racconto carico di emozione che la tela ha riprodotto alla perfezione.