Ascensore al Mercatone, parla l'architetto progettista Michele Carluccio che spiega: è indispensabile e qualifica la città. Alle polemiche esplose sul progetto che ribattezza come "missile" l'opera, che supera il dislivello tra via Sant'Anna e il piano parcheggi del gigante abbandonato di via Quattrograne, Carluccio risponde: magari fossi capace di progettare missili, questa è solo una struttura semplice che garantirà un servizio necessario.
Insomma, secondo Carluccio l'ascensore era la cosa "più naturale e più semplice da realizzare", in una zona di per sé senza identità e funzioni ormai da tre decenni. Il tutto pensando all'ormai prossima pedonalizzazione spinta che dal Corso Vittorio Emanuele arriverà ad interessare anche Piazza Libertà.
L'architetto ha vinto il bando di concorso per la realizzazione del progetto esecutivo e definitivo dell'opera.
«Davvero resto stupito da tutte queste polemiche fiorite intorno ad una struttura così necessaria, che aiuta a superare un dislivello senza risultare impattante - continua Carluccio -. Un servizio necessario per anziani e disabili, che qualifica la città nella quale si pensa ad una vita di piazza e aggregazione pedonale.
Per quello che concerne forme e strutture non credo siano impattatti, se si ricorda che è inserita (il colore è da scegliere ,ndr) tra un elemento "forte" come il Mercatone e delle palazzine di cemento armato».
«Credo in sintesi, che l'ascensore riqualifica il contesto e a chi lo ha definito un missile rispondo: magari fossi capace di progettare missili, si tratta solo di una struttura che ricorda, se proprio dovessimo trovare similitudini, i vecchi bastioni medievali. Serviva un'ascensore per riammagliare il contesto urbano e riqualificare tessuto urbano di questa area».
Simonetta Ieppariello
