Petrolio, l'allarme dei medici: altissimo rischio tumori

Un documento di 36 pagine per illustrare i rischi è stato inviato al Ministero dell'Ambiente

Avellino.  

Un documento di 36 pagine per dimostrare che il petrolio all'Irpinia non serve, ma soprattutto per dimostrare quanto può essere dannoso. E' il faldone preparato dall'Isde insieme ai medici di Avellino, l'Asl, l'azienda ospedaliera Moscati e l'associazione Salus Pubblica. L'atto di accusa contro la Cogeid, la compagnia che ha avviato il progetto di ricerca di idrocarburi a Gesualdo, parte da una serie di considerazioni di carattere sanitario e ambientale. Considerazioni di cui si spera che il Governo, a cui è passata la competenza del progetto (dopo che la Commissione Via della Regione ha “scelto di non scegliere” facendo scadere il termine ultimo del 30 aprile) tenga conto nella prossima fase del procedimento, prima che le trivelle comincino a cercare nel ventre dell'Irpinia.

Per i medici irpini “studi scientifici dimostrano che nel raggio di mezzo miglio da un pozzo esplorativo, sino al suo completamento, vi è un rischio più alto per le popolazioni di ammalarsi di patologie croniche o di tumori: 

 

"Il progetto di perforazione del pozzo esplorativo 'Gesualdo-1' ignora gli impatti sanitari relativi ai fluidi di perforazione che generano insorgenza di interferenze endocrine specie in età pediatrica – si legge - ignora classificazione, stoccaggio e messa in sicurezza dei materiali contenenti elementi radioattivi che rileveranno dalla trivellazione vera e propria; ignora le criticità sanitarie connesse, e anzi, non c'è alcuno sforzo per affrontare una questione che ormai è divenuta focale specie nelle letteratura scientifica internazionale; ignora il monitoraggio ambientale delle acque, asserendo che il controllo preventivo e successivo, il cosiddetto 'bianco ambientale', sia opera esclusiva della compagnia proponente senza alcuna compartecipazione di altri enti; ignora l'elevata sismicità di questo territorio, le considerazioni della commissione ICHESE, il danno alle produzioni di eccellenza Doc e Docg e, ancora, ignora il contesto complessivo della Regione Campania con i due Sin, i Sir, la necessità delle bonifiche, le problematiche connesse alla gestione dei rifiuti e, soprattutto, lo stato di salute della popolazione irpina".

Il documento dei medici è stato inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, alla commissione Via ministeriale, Ministero dell'Ambiente, Ministero dello Sviluppo Economico e infine la direzione generale Ambiente della Commissione Europea.

Al tavolo presente il presidente dell'Isde Roberto Ziccardi: “Questo è solo un primo passo – ha dichiarato il medico - ora tocca alle istituzioni svolgere fino in fondo il proprio ruolo”.

L'associazione Medici per l'Ambiente, rappresentata da Franco Mazza che sottolinea che “il maggior rischio per la salute arriva dall'esposizione alle sostanze chimiche come benzene, trimetilbenzene, xilene e idrocarburi alifatici. E poi c'è il gas H2S, estremamente periicoloso. Il pozzo dovrebbe sorgere a 200 metri dalle prime case e dalla scuola di Gesualdo. Così rischiamo una nuova Isochimica”.

La battaglia dei comitati intanto va avanti. Una raccolta di fondi è stata avviata in diversi comuni irpini attraverso lo stanziamento di risorse nei bilamnci degli enti per istruire un nuovo ricorso amministrativo contro la pratica Petrolio a Gesualdo. Risorse che dovrebbero servire anche a realizzare un contromonitoraggio ambientale da contrapporre alle indagini portate avanti dalla compagnia petrolifera.

Rossella Strianese