Malzoni, tagli del 20% in busta paga ma solo per i medici

L'azienda presenta i numeri. Personale? costa 12 milioni e 200mila euro l'anno

«Si tratta di proposte e numeri da valutare. Ora vogliamo incontrerai lavoratori per capire cosa vogliono fare e come muoversi - conclude Caruso -. Una cosa è certa, non consentiremo che paghino il prezzo della crisi solo gli impiegati non medici»

Avellino.  

Una seduta fiume per chiudere la questione dell'annuncio dei tagli sugli stipendi dei lavoratori della clinica Malzoni. L'azienda mette sul tavolo i conti che parlano di costi del personale pari a oltre dodici milioni l'anno.

 

La proposta è stata fatta ai sindacati: più ore di lavoro per gli infermieri ma in arrivo tagli del venti per cento per i medici. Una lunga riunione si è tenuta negli uffici di viale Italia con ben quattro ore di serrato confronto tra referenti sindacali e quelli del gruppo Malzoni. La nuova riunione per dare una risposta a quanto proposto si terrà venerdì. All'inizio delle settimana invece ci sarà un'assemblea con i lavoratori, per decidersi sul da farsi. Una cosa è certa: il costo del personale per il 2014 è stato di 12 milioni e 200mila euro. 

Di questi due milioni solo per le lavoratrici Tempor. «Per il nuovo anno l'azienda punta a spendere 10milioni di euro - spiega Stefano Caruso Uil -. Ora tra le 24 lavoratrici Tempor a cui non è stato rinnovato il contratto e l'aumento delle ore con una aggiunta di sei ore verrebbero scongiurati i tagli sugli stipendi. L'azienda risparmierebbe così 900mila euro». 

Una cosa è certa: non ci saranno licenziamenti. La stessa procedura di mobilità per 15 medici annunciata lo scorso aprile resta sospesa, con una nuova proposta dell'azienda che parla di tagli in busta paga per 36 unità tra medici e primari del 20 per cento, con una riduzione di ore lavoro da 36 a 30, mantenendo però gli stessi standard produttivi. Così si otterrebbe un risparmio di 500mila euro. Il tetto di produzione resta di 24 milioni, ma nonostante ogni manovra rimarrebbe un squilibrio di 850mila euro. 

E sul caso delle tre mensilità sospese per i lavoratori strutturati e non si punta a un ricorso al tar grazie al quale non saldare le ultime tre rate al comune per l'adeguamento edilizio. 

 

«Si tratta di proposte e numeri da valutare. Ora vogliamo incontrerai lavoratori per capire cosa vogliono fare e come muoversi - conclude Caruso -. Una cosa è certa, non consentiremo che paghino il prezzo della crisi solo gli impiegati non medici».

Simonetta Ieppariello