Riforma scuola, sì della Camera. Che pasticcio, modifiche. Ora

Barbarisi (Cisl Irpinia Sannio): «Albi, presidi faraoni e tanta superficialità. Ora basta»

Avellino.  

C’è il primo sì alla riforma della Scuola. Primo giro di boa per la Buona Scuola. Il governo ottiene il via libera a Montecitorio con ampia maggioranza (316 sì e 137 contrari) e si prepara allo scontro in Senato, mentre docenti e alunni continuano le proteste in tutto il Paese. “Non si chiude la battaglia, ma la battaglia continua”, ha commentato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.

 

La minoranza del Partito democratico aveva promesso le barricate, ma dopo alcune mediazioni il clima in aula è tornato più sereno. 50 deputati critici (tra loro Gianni Cuperlo e Roberto Speranza) hanno scritto un documento con alcune osservazioni da mandare ai senatori e non hanno partecipato al voto. A favore hanno votato Pd, Area popolare, Scelta civica, Per l'Italia, Psi, e minoranze linguistiche. Contrari M5s, Forza Italia, Lega, Sel, FdI e Alternativa libera. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato.

 

«Questa storia che passasse alla Camera era cosa nota - tuona Elio Barbarisi Cisl Irpinia Sannio -. Un via libera che non ci sorprende. La protesta continua e le cinque sigle sindacali sono unite e riunite nel no deciso ad una riforma che distrugge la formazione scolastica italiana.  (E' in corso una riunione e Roma sulle modifiche da portare in Senato, ndr). Un decreto che fa male e per il quale auspichiamo significativi cambiamenti. Non ci stiamo ad assistere a ritocchi di facciata, che buttano solo fumo negli occhi. Come nel caso dei poteri dei presidi, sarebbe inutile parlare solo di bloccare eventuali assunzioni di familiari e parenti. Una modifica ovvia e che conferma, nella sua ovvietà, l'errore clamoroso di affidare ad una sola persona tutti questi poteri».

 

Secondo punto fortemente contestato dai docenti e sindacati quello che parla di assunzioni. «Noi vogliamo le assunzioni ma anche per tutti quei docenti di seconda fascia che, così com'è il decreto, restano fuori. 

 

Si assumeranno persone senza un giorno di servizio. Mentre viviamo un contesto storico di grande disagio e problemi in cui serve qualità, serve riflessione hanno creato un grosso e pericoloso pasticcio. Viviamo in un paese di superficiali». 

Simonetta Ieppariello