Dall'inferno Quattrograne un appello al sindaco Foti

La storia di Carmine prigioniero in casa: malato e disabile non riesce ad uscire per curarsi

Avellino.  

Dall'inferno Quattrograne un appello al sindaco Foti. E' prigioniero in casa al primo piano del civico Carmine Troise, che chiede una casa dignitosa, sicura e con una ascensore che gli permetta di spostarsi per curarsi. Invalido al cento per cento per una malattia rara degenerativa non riesce ad uscire di casa neanche per fare le sue terapie.

Ma non solo. Da anni si sprecano gli appelli del rione perché almeno in quella casa non piova più. Antonio Zaccaria ogni giorno fa quello che può per aiutare il suo vicino. Ma pochi giorni fa il dramma. Mentre i vicini e la moglie tentavano di accompagnare Carmine nel centro riabilitativo, sono bastate poche gocce d'acqua per allagare le scale del palazzo e far drammaticamente scivolare Carmine. «Mi sono rotto anche delle costole - spiega -. Ora il sindaco Foti ha la delega alloggi. Mi auguro che faccia qualcosa, che mi dia una casa adeguata. Ho diritto a curarmi e ad essere sicuro in casa. Queste case cadono a pezzi e per di più non ci sono ascensori e accessi per i disabili. Non posso uscire, non posso curarmi e non sono al sicuro».

Un vero e proprio inferno a Quattrograne. Sono ancora due le famiglie che restano al civico 28. Si tratta sempre dell'edificio dichiarato inagibile nel febbraio 2012. Antonio Zaccaria ha ancora una volta dovuto chiamare l'amministrazione per l'ennesima perdita dei tubi fecali. L'accesso al palazzo è impossibile tra liquami maleodoranti e fetori. Una questione di igiene e sicurezza. «Sono preoccupato per i miei figli - spiega -. Abitiamo di fronte e ogni giorno è impossibile condividere con una struttura fatiscente, pericolosa e piena di rischi per tutti. Ci auguriamo che il sindaco faccia qualcosa, che riesca a darci case migliori, decorose e soprattutto sicure».