Amianto nel Rio San Francesco, nuovi test a Piazza Castello

Si ripetono le analisi sulla falda acquifera sottostante l'agorà dell'antico maniero

Oltre alle fibre ritrovate, anche i valori di cromo, manganese e nitriti sono risultati superiori ai limiti consentiti. L'Arpac di Avellino ha dichiarato necessario ripetere il monitoraggio della matrice. Questa volta si utilizzerà la tecnica Sem.

Avellino.  

Il Comune di Avellino procede ad una nuova analisi della falda acquifera sottostante Piazza Castello. Dopo i test effettuati a febbraio, nell’ambito di un accurato monitoraggio ambientale, l’amministrazione di Palazzo di Città ha affidato l’intervento teso a svolgere ulteriori esami rispetto ai valori di concentrazione della soglia di contaminazione.

Una decisione presa all’indomani dei risultati emersi dalle analisi sulle acque del Rio San Francesco nel tratto intubato. Test che hanno evidenziato in un punto del prelievo un valore di cromo totale e di manganese superiore ai limiti consentiti, mentre in un altro superiori ai limiti di norma sono stati i valori dei nitriti. Su entrambi i campioni analizzati, poi, relativamente al solo parametro dell’amianto l’Arpac di Salerno ha riscontrato, rispettivamente, due e tre fibre di amianto, determinate con la tecnica della Microscopia Ottica in Contrasto di Fase (Mocf).

Lo stesso laboratorio, però, ha fatto presente come il sistema Sem (capace di rilevare anche le fibre più piccole) sia a questo punto più indicato. Alla luce di questi risultati e delle conseguenti raccomandazioni, lo stesso Dipartimento Arpac di Avellino ha dichiarato come sia «necessario ripetere in tempi brevi il monitoraggio della matrice acqua sotterranea…».

Questa volta, però si utilizzerà la tecnica della microscopia elettronica a scansione (Sem). Inoltre, i prelievi delle acque di falda dovranno essere effettuati utilizzando gli stessi criteri e metodologie del Piano di Caratterizzazione. Mentre le analisi sono da effettuarsi sempre in contraddittorio con il Dipartimento Arpac di Avellino. L’importo complessivo per le attività di indagine e di analisi affidate, che vedrà impegnati il laboratorio Analisis di Angri e il Dipartimento dell’Ambiente dell’Università Federico II di Napoli, è di circa 10mila euro.

Alessandro Calabrese