La Dogana che vorrei, oggi le ipotesi progettuali dei tecnici

Ultimo appuntamento per acquisire idee e contributi sul futuro dello storico palazzo

Questo pomeriggio, alle 17.30, nella chiesa del Carmine architetti, ingegneri e restauratori si confronteranno con gli assessori Preziosi e Giordano. Prima scelta da compiere quella sull'edificio chiuso o sullo spazio aperto. Poi contenuti e funzioni

Avellino.  

Ultimo appuntamento per la “Dogana che vorrei”. Con l’incontro di questo pomeriggio si conclude, infatti, il ciclo di confronti propositivi sul futuro dello storico edificio di Piazza Amendola, quello che dovrà essere il suo nuovo aspetto estetico e la scelta della sua destinazione d’uso. Il dibattito, come sempre moderato dall’assessore ai Lavori Pubblici Costantino Preziosi, organizzatore dell’iniziativa, si svolgerà a partire dalle 17.30 nella chiesa del Carmine e vedrà tra i suoi partecipanti l’assessore all’Urbanistica, Marietta Giordano e il dottor Pasquale Matarazzo.

Protagonisti, questa volta, saranno i tecnici. Architetti, ingegneri, specialisti in restauri che vorrano portare il loro contributo alla discussione. Iniziando, se è possibile, a dare un’impronta precisa sul percorso da intraprendere. Prima scelta da compiere quella relativa al tipo di struttura che si vuole realizzare. Un dubbio ancora da sciogliere dopo i primi due incontri.

Qualcuno propende per lasciare il Palazzo della Dogana nella sua originaria visione di spazio chiuso, magari da utilizzare per manifestazioni legate ad esposizioni di prodotti tipici e artigianali oppure per creare un piccolo teatro che sia anche laboratorio e luogo d’incontro per giovani artisti.

Altri, invece, al contrario, vorrebbero conservare la facciata dell’edificio, che ha un immenso valore storico-monumentale, ma realizzare nel resto dell’area a disposizione una piazza aperta che diventerebbe così un tutt’uno con l’attuale Piazza Amendola. Si creerebbe, così, uno spazio di aggregazione, con un adeguato arredo urbano, senza ulteriori infrastrutture, che consentirebbe socializzazione e, magari, la visione di film all’aperto. Riaccostando, quindi, quel luogo al vecchio Cinema Umberto, ospitato per anni dalla Dogana e mai più aperto in seguito al violento incendio che nel dicembre del 1992 ne devastò completamente la struttura.

Alessandro Calabrese