«Per il voto è sfilata all'Isochimica, mentre qui si muore»

Lo sfogo di Rosetta Capobianco residente di Borgo Ferrovia. «I politici qui solo per le elezioni»

Si chiamava Vittorio Esposito, il marito di Rosetta, lucidava i pavimenti della stazione ferroviaria dove si scoibentavano le carrozze, anche sua moglie Rosetta che lavava le sue tute si è ammalata

Avellino.  

«Sempre la solita parata elettorale, trent'anni dopo. Ogni volta che si vota arrivano in tanti davanti i cancelli dell'Isochimica. Sempre la stessa storia. Dove erano questi politici in tutti questi anni? Sono trascorsi anni, mesi di silenzio assordante nei confronti di chi è morto di amianto oppure ha visto ammalarsi e nel peggiore dei casi morire le persone care.»

Così Rosetta Capobianco cittadina di Borgo Ferrovia punta il dito contro alcuni degli ultimi tour di molti candidati, anche referenti nazionali, che si sono dati appuntamento all'ingresso della fabbrica dei valeni. 

 

«Dove erano queste persone quando mio marito è morto? Oppure dove erano quando solo poche settimane fa si è celebrata la giornata mondiale del ricordo delle vittime dell'amianto? Eravamo sole donne e uomini, ex operai e pochi altri a ricordare chi soffre, chi è malato e chi ha perso la vita. Oggi invece c'è folla davanti l'Isochimica. C'è stata Giorgia Meloni, Valeria Ciarambino solo negli ultimi giorni. Solita sfilata - continua Rosetta -». 

 

Rosetta ha scoperto dopo anni di essere affetta anche lei da asbesto correlato. Resta il conto dei morti, una lunga scia di lutti e dolore: l'amianto ha già ucciso 18 ex operai ed un lavoratore che con l'Isochimica non c'entrava nulla. Si chiamava Vittorio Esposito, il marito di Rosetta, lucidava i pavimenti della stazione ferroviaria dove si scoibentavano le carrozze ferroviarie direttamente sui binari evitando di portarle in fabbrica. Anche sua moglie, la vedova Rosetta Capobianco che lavava le tute del marito impregnate di amianto, si è ammalata ai polmoni, ma continua a battersi per il risanamento del quartiere. 

 

Quindici operai morti, almeno 150 malati e un intero quartiere a rischio avvelenamento. È il tragico bilancio portato alla luce dall'inchiesta sull'Isochimica. La fabbrica della morte è chiusa da quasi trent'anni, ma continua ad uccidere. Il killer fantasma è nell'aria, ogni giorno gli abitanti di borgo Ferrovia, respirano i veleni che arrivano da quel mostro chiamato "Isochimica". "Ma mentre tutto ciò accadeva dov'erano i cittadini, i polici?", si chiede il Rosetta.

«Ci hanno lasciati soli e per giunta ora c'è chi dice che l'amianto lì non c'è più. Ma come possibile?. Il silos è lì come la copertura e i cubi di cemento».

Simonetta Ieppariello