«Trattati come bestie. Viviamo sopra una fogna a cielo aperto»

A via Imbimbo esplode la protesta dei residenti: solo degrado

Avellino.  

In Via Imbimbo è allarme degrado. Un allarme che cresce. Nella periferia della periferia spunta una fogna a cielo aperto, dietro un palazzo e le persone hanno paura. Siamo alle spalle della chiesa dei Poveri, della mensa don Antonio Forte, proprio all'ingresso della succursale dell'istituto alberghiero "Manlio Rossi Doria". Alle spalle di uno prefabbricati pesanti, costruiti per rispondere alla drammatica emergenza del terremoto del 1980, spunta una fogna. Liquami che continuano a sprigionare, da un mese, cattivi odori, che sono affiorati tra l'indifferenza generale dell'amministrazione. Con il caldo la situazione peggiora tra liquidi maleodoranti, animali morti  insetti e rifiuti abbandonati. I residenti invocano un intervento ad horas, perché quella discarica venga rimossa. I bambini non escono per giocare e gli anziani restano bloccati in casa, in quei prefabbricati zeppi d'amianto, che si trasformano in prigioni roventi. «Pensiamo si tratti della rottura delle condotte fognarie sotterranee, che stanno velocemente affiorando proprio in questo punto - spiegano -. Ci trattano come bestie, ma non siamo animali e anche loro non meriterebbero di essere trattati così». La rabbia è tanta e la disperazione cresce. Con loro a portare alla ribalta il caso c'è Elio Amodeo, presidente Provinciale di Assocasa che tuona: dov'è il sindaco Foti? Non possono far finta di niente e lasciare queste persone abbandonate a se stesse. Non possiamo andare avanti così».

Simonetta Ieppariello