Quando Avellino è diventata un set porno

A venti anni da Irpinia a luci rosse, l'inchiesta che sconvolse l'Irpinia

Avellino.  

Sono passati venti anni dall'inchiesta “Irpinia a luci rosse”, l'indagine condotta dagli agenti della polizia stradale di Avellino che partita da una operazione antidroga – Strade pulite – ha poi svelato un mondo insolito e imprevedibile per la città: quello dei filmini porno realizzati in abitazioni private e con attori del posto. Una vicenda che portò alla luce anche un giro di prostituzione, con ragazze insospettabili e altrettanto insospettabili clienti.

Arrivò in edicola anche uno dei film realizzati da un gruppo di “appassionati” cultori del porno made in Avellino: “Parigi 1940”, girato in una villa di Monteforte e ambientato nel periodo della seconda guerra mondiale. Inutile ricordare che quella è stata forse la videocassetta più venduta e vista nella storia della città.

Uscirono instant book, e della vicenda se ne occuparono tutte le testate nazionali. Rilasciarono interviste anche delle ragazze, solo per precisare che loro non avevano niente a che fare con quella storia.

Nella sezione Primo Piano dell'app gratuita di Ottopagine, (scaricabile dalle 13 su Android e Apple), la ricostruzione di quell'epoca, e di quell'Avellino ancora ingenua in un periodo pre internet. I festini, le pornostarlet che si esibivano in giro tra i locali della provincia e quei legami con il mondo proibito di Napoli. Un piccolo ritratto di un'Irpinia che riusciva ancora a scandalizzarsi.

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