Il falò di San Ciro tra transenne e piazze chiuse

Messe e appuntamenti liturgici aspettando la tradizione popolare, che fa i conti con i cantieri

Avellino.  

Centro antico in festa tra fede e tradizione in onore di San Ciro. Ricco il programma liturgico e popolare organizzato  dalla parrocchia di S. Maria R. di Costantinopoli. Nell’antica parrocchia di Costantinopoli ogni anno si celebra la festa in onore di S. Ciro, medico, eremita e martire. Una festa antica e particolarmente cara alla pietà popolare in città. Anche quest'anno verrà acceso il tradizionale falò. Ma piazza Castello dove da sempre venivano accesi i fuochi è chiusa. Centro storico in affanno per le opere pubbliche i corso e bloccate nel capoluogo. Negli scorsi anni per la chiusura di paizza Castello il falò è stato acceso in piazza Duomo. Ma anche davanti il sagrato del Duomo ora sono in corso degli interventi, per questo il tradizionale falò sarà acceso al corso Umberto.

 

PROGRAMMA: Mercoledì 28 Ore 17.30 S. Rosario. Confessioni. S. Messa

Giovedì     29 Ore 17.30 S. Rosario. Confessioni. S. Messa

Venerdì     30 Ore 17.30 Confessioni. S. Messa  e  Benedizione dell’Acqua e dell’Olio di S. Ciro 

Sabato      31          Festa di S. Ciro: SS. Messe ore 9 – 10 – 11 – 12 - ore 16.30  -

                                             Ore 18.00  S. Messa solenne. Bacio della reliquia.

Dopo i riti religiosi in p. zza Castello dove sarà benedetto e acceso il “falò” di S. Ciro

 

La vita di San Ciro:  San Ciro nacque ad Alessandria d'Egitto intorno al 250 d.C.. Praticando l'arte della medicina si guadagnò l'appellativo di medico anargiro, cioè senza argento. Era infatti sua abitudine prestare le proprie cure a tutti, soprattutto ai poveri, ai quali non veniva chiesta alcuna ricompensa in cambio.

 

Oltre a curare i mali fisici dei pazienti, il medico alessandrino si occupò soprattutto di curare i mali dello spirito. Ciro e il suo apostolo, Giovanni d’Edessa, mostrarono un coraggio fuori dal comune quando andarono a Canopo, a pochi chilometri da Alessandria, per confortare Atanasia e le sue tre figlie, Eudossia, Teodota e Teotiste che erano state catturate dai soldati romani. Qui subirono le stesse terribili torture riservate ai cristiani in questi casi: vennero bastonati, bruciati con fiaccole e, per straziarli dal dolore, le loro carni piagate furono cosparse di aceto e sale. La tradizione tramanda che San Ciro sia stato immerso nella pece bollente e che, essendo sopravvissuto a questo supplizio, sia stato decapitato. Il martirio avvenne il 31 gennaio 303.