«Non possiamo essere indifferenti alla morte di Saikouba»

E' morto il 22enne gambiano che voleva tornare in Africa per morire. Famiglietti: siamo vicini

Avellino.  

Saikouba non ce l'ha fatta. Sabato mattina il cittadino gambiano di 22 anni che voleva tornare in Africa per morire aveva pronto un volo per poter toccare la sua terra una ultima volta. Ma la situazione è tragicamente precipitata. Si sono susseguiti gli appelli nelle ultime ore per trovare un medico o un infermiere volontario che potesse scortare Saikouba nella sua Africa. Una corsa contro il tempo. Purtroppo a nulla è servito l'impegno di associazioni, sindacato e cittadini per aiutare Saikouba. Il male non gli ha lasciato scampo divorandolo in pochissime ore. 
Un’amara odissea. Rimasto bloccato in terra straniera, era arrivato in Italia tre mesi fa. Trenta giorni fa la terribile diagnosi: leucemia fulminante. Un male che lo ha divorato in pochissimi giorni.  Negli ultimi giorni la malattia è peggiorata, questa mattina Saikouba ha chiuso gli occhi per sempre. La Cgil di Avellino esprime cordoglio per la morte del giovane, ospite presso la struttura di accoglienza di Ospedaletto di Alpinolo.
«Oltre al dolore ci sentiamo impotenti – dice il segretario organizzativo, Antonio Famiglietti – non solo di fronte alla terribile malattia ed all’infausto esito, che colpisce purtroppo tutti, ma per non essere riusciti a soddisfare le ultime volontà del giovane migrante che avrebbe preferito morire in patria. Adesso – aggiunge Famiglietti – seppur nel dolore siamo impegnati affinché la salma del giovane possa essere restituita ai suoi familiari in Gambia. Non possiamo essere indifferenti a tutto questo. La rete dell'accoglienza deve essere solida e robusta per essere in grado di dare risposte».

Simonetta Ieppariello