Avellino, la Diocesi festeggia la "Giornata del creato"

Il tema scelto è “Un umano rinnovato, per abitare la terra”

Avellino.  

Il 1° Settembre la Chiesa cattolica celebra la Giornata del Creato. E l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Avellino, attraverso la Commissione Nuovi Stili di Vita, invita a visitare la Mostra itinerante sui “Nuovi Stili di Vita” e a conoscere gli altri Progetti permanenti come “La Gabbia della Restituzione – Raccolta di 1 Centesimo al giorno per i figli di chi ha perso il lavoro” nella due giorni in programma a San Potito Ultra il 29 e 30 Agosto in occasione della Festa dell’Azione Cattolica parrocchiale, arricchita della presenza di stand enogastronomici. Il messaggio dei vescovi per questa 10a Giornata del Creato somiglia ad un manuale di pronto soccorso da inserire nel kit di sopravvivenza che ogni abitante di questo pianeta dovrebbe portare con sé, per garantire l’esistenza a se stesso e ai suoi simili. Il tema per la riflessione di quest’anno è “Un umano rinnovato, per abitare la terra”: qui si parla di “abitare la terra”, cioè di vivere nel modo migliore su questo pianeta; l’uomo ha la capacità di scegliere e la libertà di decidere, può essere una “variabile indipendente”, può leggere i segni e orientare le azioni, e stabilire se prendersi cura della terra che gli è stata donata o sfruttarla senza misura, pagandone le conseguenze ed assumendosi la responsabilità di esse. Il progresso che stiamo attuando non è un progresso globale, armonioso, perché è incompleto, limitato al solo aspetto scientifico e tecnologico, non inclusivo di tutte le altre dimensioni di sviluppo della nostra natura. Si tratta di un progresso solo apparente, destinato a pochi, che produce senza misura scarti di materia e di vita. Ma lo scarto, in un sistema chiuso, qual è almeno a tutt’oggi il nostro pianeta, ci ricade addosso e ci sommerge se non si inverte il senso di marcia e non si attua una “conversione ecologica”, un nuovo stile di vita che tenga conto degli effetti di ogni azione sull’intero sistema. Questa attenzione nuova e rinnovata alla totalità della creazione stabilisce un passo da segnare, un orientamento dell’intera opera pastorale. Quello ecologico non è solo un ambito d’azione: è una sorta di contenitore che può includere l’intero agire del cristiano nel mondo. Dietro il concetto di “conversione ecologica” c’è il rispetto per la vita, la cura del territorio, la lotta alla corruzione, l’etica del lavoro come contributo alla creazione e non come sfruttamento, l’accoglienza come stile di vita, la valorizzazione della diversità, da quella delle sementi a quella dei popoli e delle culture, il rifiuto di un’economia dei consumi e la scelta di un’economia della condivisione, la sobrietà nell’uso delle risorse, la valorizzazione della politica come attenzione al bene comune, l’amore per la bellezza della natura e delle opere dell’arte, l’educazione come promozione umana, la valorizzazione degli “scarti” di ogni genere, da quelli materiali agli scarti di umanità, cioè degli emarginati dalla corsa ai consumi e dalla competizione spietata del sistema economico, persone e talvolta interi popoli.

Redazione