Territorio fragile e il silenzio della politica

Tutti conoscono i rischi legati alla fragilità idrogeologica in Sannio e Irpinia. Eppure...

Un appello alle istituzioni che non vogliono assistere in silenzio. Subito interventi concreti a protezione della nostra gente.

Avellino.  

La fragilità idrogeologica di molte zone del Sannio e dell'Irpinia è conosciuta da tempo. E in modo tragico. Da Quindici in poi, almeno. Frane, smottamenti, esondazioni, danni per centinaia di milioni di euro. E morti.

 

Il precario equilibrio del nostro territorio viene evidenziato ogni anno. E ogni anno, come sempre, si fa poco o nulla. Più nulla che poco. Con la drammatica consapevolezza che se qualcosa dovesse accadere sono già pronte a essere esibite lacrime di coccodrillo, denunce, accuse e tutto l'armamentario di ricco blablabla destinato a sciogliersi inesorabilmente ai primi raggi di sole.

Nel frattempo i rischi restano, aumentano e non c'è uno straccio di strategia o di progetto complessivo che in qualche modo indichi la strada per rendere queste zone meno esposte alle intemperie meteorologiche e ai fragili equilibri di un territorio devastato e abbandonato.

 

Dalla Valle Caudina al Vallo Lauro, da Fortore alla Telesina, dal Montorese all'Alta Irpinia senza ignorare le stesse Avellino e Benevento con l'immediato hinterland e la Valle Ufita, non c'è in pratica un'area di Sannio e Irpinia che non sia sottoposta a rischi sempre più gravi in caso di piogge continue.

 

Dalla Regione vengono di tanto in tanto sbandierati progetti e milioni. Ma di concreto, c'è poco. Manca anche uno studio elaborato e approfondito delle zone dove è necessario intervenire subito. In questi anni c'è stato un susseguirsi di intervenenti tampone in determinate aree. Interventi che non hanno portato nessun risultato. Il refrain di questi anni è sempre lo stesso: ai territori che chiedono interventi la risposta è inevitabilmente analoga, “non ci sono soldi”.

 

La crisi assunta come giustificazione per tutto. Chiudono gli ospedali, i tribunali, il dissesto è sempre più grave, ma la colpa è della crisi. Non riteniamo sia così.

 

Anche per questo lanciamo un appello a chi occupa rilevanti ruoli nelle istituzioni e non può accettare un immobilismo così palesemente colpevole. Questa inedia insopportabile. Si dia il via a una serie di reali interventi a protezione della nostra gente. Interventi immediati e progetti mirati. Saremo qui, con i nostri mezzi di informazione, a documentare chi agisce e chi no. Chi ha una chiara percezione del ruolo che ricopre e chi invece pensa solo alla comoda posizione garantita dalla poltrona.

Luciano Trapanese