Alto Calore, eletto il presidente senza i capitribù

Il Pd passa la patata bollente. Ora si aspettano i progetti per il futuro

Riconfermato Lello De Stefano. Si è astenuto anche Gambacorta

Avellino.  

Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima. E così il parapiglia nato intorno al nome del presidente di Alto Calore, si conclude con il risultato più paradossale di tutti. Non il più inaspettato. Ne abbiamo ascoltate davvero di tutte e i colori. E quindi la conferma di Lello de Stefano non ci fa proprio cascare dalle nuvole.

Insomma, ha prevalso anche stavolta la logica dei capitribù. O, meglio, i loro silenzio assenso.

ALTO CALORE: E' RIMASTO SOLO IL NOME

Con il silenzio di questa mattina a via Tagliamento, infatti, il Pd è riuscito a confermarsi, una volta ancora, un' eterogenea accozzaglia di personalismi, dove lo status dei protagonisti della contesa (i magnifici quattro in foto) pesa più degli interessi dei cittadini.

Poco importa se sul tavolo, come posta in palio, c'era e continua ad esserci la gestione del bene più prezioso della provincia irpina, l'acqua. E se le questioni da risolvere sono tante e incombenti: su tutti la montagna di debiti contratta negli anni da Alto Calore, l'esubero esorbitante di impiegati al suo interno, e sopratutto l'emergenza idrica con la quale la provincia potrebbe confrontarsi con l'estate ormai alle porte.

Nessuno in questi giorni ha parlato di un piano per concretizzare la gestione di un ente che si dovrà confrontare con l'arduo compito di assicurare la miglior fornitura possibile dei servizi idrici, non solo all'Irpinia ma a un distretto territoriale che ingloba anche il Sannio.

E ORA CHE SI FA?

Dubbi ribaditi anche dagli stessi sindaci in assemblea oggi. Il Pd aveva l'occasione di mostrarsi compatto prediligendo una soluzione diversa, magari proprio quella tecnica auspicata da Bonavitacola. Hanno preferito lavarsi le mani lasciando la patata bollente ad altri. Ora le mani che la gestiranno sono di nuovo quelle di De Stefano. Che ha sempre espresso la sua predilezione per la gestione privatistica dell'ente con la fusione con Gesesa scatenando un putiferio fra molti di quei sindaci che ora l'hanno votato. Insomma, dopo il tuoni del temporale la bonaccia, senza passare per alcuna tempesta. Gattopardescamente.

Andrea Fantucchio