Avellino, pioggia d'inchieste. Il crollo del palazzo di vetro

L'ultima indagine riguarda i conti del Gesualdo e fra pochi giorni si firma il documento contabile

I faldoni a carico degli amministratori si accumulano. Mentre l'inchiesta Acs è pronta ad allargarsi. Nel mirino i rapporti tra politici e la zona grigia di Avellino, quella in sospeso tra legalità e crimine.

Avellino.  

di Luciano Trapanese

Ormai non si contano più. La pioggia d'inchieste che sta precipitando sul comune di Avellino inizia a essere imponente. E come tutti i temporali, con una situazione politico amministrativa in bilico perenne, rischia di provocare frane all'interno della maggioranza.

L'ultima indagine, quella sui conti del Teatro Gesualdo ci sembra la meno significativa, ma può rappresentare la classica goccia che fa traboccare il vaso. Non ci sono indagati e sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti avellinesi sono finite delle presunte anomalie contabili che il presidente dell'istituzione, Luca Cipriano, e il sindaco, Paolo Foti, dovranno chiarire.

La questione teatro si aggiunge a quella – ben più preoccupante, anche per i possibili sviluppi – sull'Acs. Senza dimenticare le inchieste su Piazza Castello, l'inquinamento ambientale, l'Isochimica, l'Assoservizi, l'urbanistica, la Dogana.

Una mole di fascicoli rilevante che a pochi giorni dall'approvazione del bilancio di previsione, potrebbe spingere gli indecisi (della maggioranza) a non firmare il documento contabile, sancendo di fatto la fine dell'esperienza Foti.

L'attenzione del procuratore Rosario Cantelmo sulle vicende amministrative del capoluogo è stata definita da alcuni “eccessiva”. Se permettete, la considerazione è da annoverare nella lista delle colossali stupidaggini. L'attivismo degli inquirenti avellinesi è da ritenere al contrario una garanzia, anche perchè non stiamo certo assistendo a una caccia alle streghe. E molte delle indagini avviate sono partite d'iniziativa, dopo che era stata segnalata – anche nello stesso consiglio comunale – una notizia di reato (l'ultimo caso le dichiarazioni di Gianluca Festa su possibili minacce di morte a un assessore). Quella lente d'ingrandimento puntata sull'amministrazione non è una spada di Damocle, ma un invito ad agire con la dovuta cautela e senza la superficialità che purtroppo ha contraddistinto, in alcuni casi, le scelte delle ultime amministrazioni comunali.

Se in tutto questo – come sembra – gli inquirenti scoperchiano anche il buco nero dove si nasconde, e da almeno un decennio, quell'intrico di rapporti oscuri che lega ambienti politici a quella zona grigia della città, in sospeso tra legalità e sistemi criminali, ebbene, tanto meglio. Anzi, finalmente. Quel cancro era visibile a tutti. Ma nessuno aveva mai deciso di indagare a fondo per scoprire fino a che punto fosse arrivata l'infiltrazione. Se la procura e gli investigatori estirpano quella malapianta, si potrà anche ricominciare a vedere la luce. Il resto tocca ai cittadini e alla politica. I primi hanno già da tempo – e lo abbiamo segnalato – dato segnali di risveglio dopo anni di torpore. Sui partiti meglio non pronunciarsi, preferiamo chiudere questo articolo puntando sull'ottimismo.