Indagato solo per 4mila euro, Gabrieli va liberato

Le dichiarazioni dell'avvocato difensore

Confermate le misure cautelari per tutti e sei gli indagati. De Martino: "Dove lo trovate un amministratore in tutta Italia che non si piglia i compensi per l’intero?”

Avellino.  

“Se il peculato e quindi l’utilizzo della carta di credito equivale soltanto a 4mila euro sommati da capo di imputazione, e lui ne ha lasciati in cassa altri 60mila, a prescindere se è colpevole o innocente, ci consentite di fare il processo quantomeno a piede libero?”. A parlare ai microfoni di Ottochannel è Gerardo De Martino, avvocato difensore di Amedeo Gabrieli, ex amministratore delegato di Acs. Partecipata del comune finita al centro dello scandalo giudiziario di questi giorni. Intanto proprio per Gabrieli e per gli altri cinque indagati (Sergio Galluccio, Vincenzo Marciano, Luciana Giugliano, Pino Freda e Mauro Aquino) sono state confermate le misure cautelari. Arresti domiciliari per Gabrieli, divieto di dimora per gli altri cinque.

Ma l'avvocato difensore dell'ex manager non ci sta e continua nella sua invettiva: “Se alla fine del processo verremmo condannati in via definitiva allora si apriranno le porte del carcere o quelle di casa in domicilio coatto. Ma, nel frattempo, qual è l’esigenza cautelare che impone al mio assistito la detenzione? Luiå che ve li lascia i soldi in cassa e non se li piglia tutti? Dove lo trovate un amministratore in tutta Italia che non si piglia i compensi per l’intero?”

Intanto la Procura continua ad indagare. Risale a pochi giorni fa la requisizione di altri faldoni all'interno della sede di Acs. E non si esclude l'aggiunta di altri possibili indagati.

Un'inchiesta che ha dato il colpo di grazia agli equilibri già traballanti del comune. E, come descritto dal nostro direttore, ha fatto emergere prepotentemente quella zona grigia che da troppo tempo ormai non solo si invischia con la politica ma la sorregge. Si sono alternate sul palcoscenico scene grottesche. Tutti contro tutti in una caccia alle streghe che ha inevitabilmente infiammato i toni. Abbiamo ancora nelle orecchie le parole di Gianluca Festa che parlava delle presunte minacce di morte subite da un assessore e da suo figlio. L'ennesimo spettacolo indegno che non si addice a nessun luogo, che sia un'aula consiliare o un pollaio.

Andrea Fantucchio