Quel rapper 14enne pieno di talento. La storia di Vito

Vito Petrozzino, in arte Agon e la sua precoce carriera. Da Avellino al mondo, a ritmo hip hop.

La sua storia, le sue ambizioni, la sua musica.

Avellino.  

E' un rapper giovanissimo. E pieno di talento. Ma non solo: ha anche tanta tenacia. Va dritto per la sua strada, ignorando le inevitabili critiche. Vito Petrozzino, in arte Agon, si sta facendo strada sulla scena dell'hip hop avellinese. Lo abbiamo incontrato nello Special One, uno dei punti d'incontro preferiti dei rapper del capoluogo irpino.

«Ho iniziato ad ascoltare Fedez nel 2013, quando è uscito il singolo Cigno Nero. Mi sono appassionato all'hip hop e dopo aver conosciuto un po’ del retroterra culturale dal quale nasce e si sviluppa la poetica rap, ho deciso di dedicarmi al freestyle».
L'anno dopo quella che era solo una curiosità è diventata una passione. Ascolta vari artisti: Salmo con la Machete, Nitro e i tanti altri artisti rap.

Racconta che è partito da solo, allenandosi con il freestyle, senza mai raccontare nulla a nessuno: «Ho cominciato per fatti miei».
«Nel 2015, ho conosciuto SerBlack. E' stato ed è un mio compagno di allenamento. Facciamo freestyle tre, quattro ore».
Continua dicendo che non c’era nessuno a sostenerlo, tranne appunto SerBlack che lo ha aiutato senza mai giudicarlo. Anzi, a un certo punto gli ha proposto di entrare a far parte dell’“Ultimate Flow”, la loro attuale crew.
«Lui, insieme ad Aurelio, Nzero, e gli altri mi hanno aiutato a crescere musicalmente. Non avevo una grande esperienza. Hanno sempre creduto in me, fin dall'inizio».

Sono arrivati gli elogi ma anche le critiche. Critiche che però non hanno messo in discussione il suo talento musicale. Anzi. La questione era solo legata all'età: sei troppo giovane.

I suoi artisti di riferimento sono Nitro, Mezzosangue, Salmo fino ad arrivare ad Izi.

Si illumina mentre pronuncia l'ultimo nome: «A proposito di Izi, ho aperto un suo concerto e ne vado molto fiero, non è da tutti a 14 anni aprire l'esibizione di un cantante così importante».

Ha scritto molti brani. Ma è chiaro che oggi quelli realizzati agli inizi della sua “carriera” gli sembrano un po' più scarsi.

Va molto fiero di ‘Differenze’, il suo ultimo freestyle. Viaggia sulle 11.500 visualizzazioni.

Ha molte, moltissime idee. Vuole andare avanti nel mondo rap, e non si scoraggia facilmente. La grinta e la determinazione sono evidenti. Nonostante l'età.
«Non mi aspettavo di crescere così tanto, ma vado fiero di me stesso e della mia crew».
A breve, tra ottobre e novembre, uscirà il suo secondo freestyle, o meglio il continuo di ‘Differenze’.
«Spero che arriverà ai livelli del primo, o perché no, crescerà ancor di più».

Dopo il secondo brano, si impegnerà al massimo per comporre pezzi più impegnativi e importanti.
Parla di un progetto a Torino, con varie collaborazioni e altri singoli.

Spera di avere confronti significativi con altri artisti della scena, anche nazionale. E’ il sogno di ogni musicista: riuscire a esibirsi con chi è più bravo e può indicargli strade nuove per far crescere il talento.

La sua voce si fa sempre più fiera: «Vivo per la musica. Ho 14 anni, ma per me non c'è altro. Le note sono la mia fonte di ispirazione. Il mio sfogo. Qualcosa che mi fa sognare. E sono certo: i sogni si avverano. Voglio vivere di musica, è il mio obiettivo».

A volte è dura per un ragazzino come Vito entrare a far parte del mondo della musica, come è stato già detto le critiche non mancano mai, ma gli servono anche quelle: «Mi fanno diventare molto più forte».

Non ha bisogno di nessuno, se non che del supporto della sua crew che lo ha accolto come un fratello minore.

E con determinazione afferma: «Ogni traguardo è sempre un punto di partenza, per me non è mai abbastanza quello che faccio, e mi impegno sempre a dare il massimo».

Laura De Angelo*

*(studentessa del corso di giornalismo di Ottopagine organizzato nell'ambito dell'iniziativa scuola/lavoro)