Valle del Sabato, altre indagini. Intanto guerra di striscioni

Altri stabilimenti potrebbero esser visitati dai carabinieri. I cittadini si preparano così.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

Ormai la sfida per il riscatto della Valle del Sabato è senza esclusione di colpi. Mentre, al blitz di due giorni fa della Procura, dovrebbero seguire presto altri sviluppi e non è escluso che già nelle prossime ore gli uomini dell’arma facciano visita ad altri stabilimenti contestati dai comitati, i cittadini continuano a dare battaglia.

Ieri il dottor Franco Mazza, principale riferimento dei comitati e fondatore dell’associazione “Salviamo la valle del sabato”, ha invitato tutti domenica prossima a scrivere su un pezzo di stoffa, “Mo basta”, ad appenderlo sui propri balconi e poi con fotografie diffondere ovunque il messaggio. “Esponete la scritta al balcone di casa vostra – diceva lo stesso Mazza – e preparatevi perché sarebbe bello sottolineare l’appartenenza alla comunità che si ritrova attorno al fiume Sabato con la consapevolezza della situazione e con la volontà di riscatto”.

Mentre è lo stesso Mazza a denunciare qualche ora dopo che altri cartelli, quelli che riportano già lo slogan “Mo basta”, appesi in luoghi visibili dell’area industriale, sono stati già rimossi. Mentre altri striscioni, come quelli di sagre e tarantelle, dice, sono ancora a loro posto. Un messaggio che su facebook ha già fatto infervorare i comitati.

Ciò che infatti impressiona della protesta, è la sua intensità che non è scemata col passare dei giorni. Dalla marcia della vita, i cittadini hanno invece intensificato la propria azione: sono continuati gli incontri di sensibilizzazione nelle piazze, è stato creato un sito dove raccogliere documentazioni e denunce, è a buon punto la raccolta autonoma di fondi per realizzare nuovi controlli sul territorio della Valle del Sabato per quantificare le emissioni inquinanti e il grado di mortalità ad esse collegate. Inoltre, come dimenticare il sit-in di protesta avvenuto a Solofra qualche giorno fa quando il vicegovernatore della regione Bonavitacola non si è presentato.

Con la minaccia di ampliamento dello Stir e dell’istallazione di nuove discariche, i cittadini hanno manifestato pacatamente tutto il proprio dissenso. Poi sono arrivate le indagini e la nuova speranza. Adesso i dati raccolti sono al vaglio della Procura, e dovrebbero aggiungersene altri nei prossimi giorni. Insomma, c’è da giurarci, che siamo solo all’inizio. Come ha già detto lo stesso Mazza in una recente intervista: “Nessuno conti di prendere i cittadini per sfinimento”.