Così disegno con i capelli. Antonio: dal paese al successo

23 anni, di Candida, è il campione italiano in carica di "Hair Tattoo". Ci racconta come ha fatto

E' passato dal nulla a qualcosa senza dire grazie a nessuno. «Ho contato sempre e solo sul mio appoggio. A scuola mi dissero che non avrei combinato nulla nella vita ed eccomi qua. Abbiate fiducia nelle vostre capacità».

Candida.  

 

Di Mariagrazia Mancuso (studentessa del corso di giornalismo organizzato da Ottopagine per l'iniziativa scuola/lavoro)

«Non andrai mai da nessuna parte», dicono. La scuola, luogo tipico. I professori sempre lì, a puntare il dito. Non studi? Di conseguenza non combinerai nulla nella vita. Ormai è un luogo comune. Del resto, si è bravi a criticare. E non solo a scuola. La gente è pronta a demotivare ovunque. Ma l'importante è fregarsene. Essere originali. Credere nelle passioni, nei sogni di bambino. Fiducia nelle proprie capacità. Tutto qua. Una cosa tira l'altra. Da passione a talento. Soltanto così si arriva in alto. D'altronde, chi non osa non vola.

Antonio Mastroberardino, parrucchiere di 23 anni. Campione italiano in carica di Hair Tattoo. (Clicca sulla foto di copertina per guardare la prestazione di Antonio)

«Ho incominciato quando nessuno credeva in me - racconta -. Avevo quattordici anni e diciamolo, non ero un ragazzo tranquillo. Passavo i pomeriggi nei quartieri popolari di Candida, il mio paese. La mia compagnia era additata come "un gruppo di tamarri" a causa del nostro stile. Io ero il leader, ovvio. Amavo andare sul booster, il mio motorino e gareggiavo a corse di kart. Passione nata a sette anni, quando mio padre ogni domenica mi portava con lui al kartodromo. Insomma, facevo di tutto. Tutto fuorché studiare».

I pomeriggi passati fuori casa hanno le loro conseguenze.

«A scuola non ero il massimo. Anzi, i professori mi ripetevano di continuo che nella vita non avrei combinato un bel niente. Ma non li ascoltavo. Sapevo che avrei combinato qualcosa. Qualcosa che mi avrebbe reso felice. Mi bastava solo avere pazienza e aspettare. Io avevo fiducia in me», dice.

L'attesa finisce. Una risposta a quel qualcosa arriva. Anno 2007.

«Un giorno incontrai per strada un mio amico alla fermata del pullman. Doveva andare in una parruccheria di Avellino a tagliarsi i capelli. Mi chiese di accompagnarlo, io accettai. Francamente avevo già i capelli fatti. Fatti da me. Ma volli andare lo stesso. Guardare i parrucchieri all'opera mi ha sempre appassionato - continua -. Arrivammo a destinazione. Varcai la soglia del negozio senza sapere di non uscirne più lo stesso. Esattamente, da quel giorno sono cambiato. Il titolare del negozio mi fece i complimenti per come avevo acconciato i miei capelli. Mi scambiò addirittura per un parrucchiere professionista. Mi consigliò di frequentare qualche corso al riguardo. Non riesco a descrivere la felicità di quel momento. Incredibile. Non dimenticherò mai quel giorno. Oggi in quel negozio ci lavoro», afferma orgoglioso.

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«Era da un po' che avevo la fissa dei capelli. Forse perché mi piaceva creare nuovi stili, nuove tendenze. Non a caso, io e un mio amico, ci dilettavamo a fare tagli tra noi. Nelle case popolari dei nostri amici. I miei tagli si basavano molto sul modello giapponese. Difatti, il primo giorno di scuole superiori eravamo tutti piastrati».

Nel frattempo, Antonio decide di "dare un taglio" e cambiare indirizzo scolastico. I complimenti del titolare hanno fatto effetto.

Certo, un effetto positivo.

«All'epoca ero iscritto all' "Itis Guido Dorso" di Avellino poiché amante di motori. Ma di studiare non ne volevo sapere così un giorno feci filone e andai alla "Cnaas", scuola di estetica e parrucchieri. Chiesi alcune informazioni. Mi piacque subito. Quella era la strada giusta», dichiara.

Anno successivo. Triennio di formazione professionale per aspiranti parrucchieri.

 «Ero contento di poter apprendere e imparare le tecniche del mestiere. Ma i tagli classici maschili non mi entusiasmavano. Non riuscivano a far emergere la mia vena artistica - continua -. Infatti, un altro mio pallino era il disegno. Nel tempo libero disegnavo sempre. Manga e guerrieri giapponesi erano all'ordine del giorno. Soprattutto dei guerrieri giapponesi mi piacevano i capelli. Pensai così di associare le due passioni».

Un mix tra l'acconciare i capelli e il disegnare. In altre parole, "hair tattoo".

«Scoprii l'arte dell'hair tatto guardando dei video su internet. Fu amore a prima vista. Incominciai a osservare passo dopo passo come realizzare un tatuaggio nei capelli. Purtroppo questa moda americana non era ancora conosciuta in Italia. Dunque corsi appositi non esistevano. Di conseguenza imparai col metodo fai da te. In particolare, con la scoperta di Facebook, seguivo e ammiro tuttora un barber americano, Rob the original. Lui per me è il top. E' il mio mentore», conferma.

Gli insegnamenti appresi dal web prendono corpo. A fare da cavia sono gli amici, come al solito. «Feci i miei primi disegni ai compagni più stretti per poi passare a un pubblico più ampio delle feste di paese. Volevo imparare in fretta. E quello era l'unico modo. Anche perché dovevo partecipare al "Cosmoprof" di Bologna, una fiera di estetica. Fu la mia prima prova del fuoco. Un'esperienza che mi ha formato. Ne ho un ricordo: il mio primo paio di forbici».

«Dalla mia prima esperienza ne sono seguite tante altre. Ovunque c'era un contest, io mi buttavo e andavo. Munito di zainetto con forbici e attrezzature varie», dice.

Gli anni passano. Tante le richieste di lavoro.

«In ambito lavorativo ho avuto varie scelte. Le foto in rete dei miei tatuaggi su capelli fecero sì che avessi molti contatti. Perfino con l'estero. Nel 2014, fui richiesto a Parigi. Alloggiai lì per circa tre settimane ma poi decisi di ritornate al mio paese. Trattavano tagli fin troppo classici per i miei gusti».

Ritorniamo indietro di un anno. Antonio partecipa a diversi concorsi. Sempre primo podio, naturalmente.

«I sacrifici e l'impegno mi hanno portato a ogni concorso sul podio. Le grezzate di quartiere hanno funzionato», dichiara.

«E' solito degli artisti avere un nome che li rappresenta. Il mio nome d'arte è "Nto Hair Mugen". Dietro c'è un'etimologia particolare. Nto è l'abbreviazione del mio nome mentre mugen vuol dire senza limiti. Sarà strana come parola ma per me è importante. Infatti è un kit di potenziamento per macchine da corsa. In altri termini, "Antonio capelli senza limiti". Feci delle ricerche e nessuno aveva questo soprannome. Ora ce l'ho io. Adesso sono Antonio Nhm Mastroberardino».

Il nome d'arte c'è.

(Della stessa autrice, Leggi anche "Ho 17 anni e così ho sconfitto la leucemia")

E' il momento di curare anche un altro aspetto: i video.

Ebbene sì, il giovane parrucchiere è stato protagonista di molti filmati prodotti della Raimo Production. «Conobbi il videomaker a Salerno. Lui è un produttore di video rap, il genere musicale che più mi rappresenta. Dunque, ho pensato di metter su idee, costumi e location per girare dei ciak sui miei tagli. Su Youtube ho un canale personalizzato: Nto Hair Mugen. Ma non solo. Dietro questi ciak c'è la mia storia. E l'ultimo mio video ne è la conferma. Ho voluto introdurci elementi simbolici. Un esempio ne è la "Redbull" che "mette le ali" così come le mette la mia moto, una Kawasaki verde», racconta.

Due e tre ottobre 2016. Partecipazione come giurato al "Barber Convention 2016" di Roma, evento di rivelata importanza per tutti i barbieri.

«La mia soddisfazione più grande. Essere invitato come giudice a uno degli eventi più autorevoli in campo di capelli - continua -. Partii il sabato prima. La stanchezza di tutte quelle ore di viaggio svanì una volta arrivato nella capitale. Ero in fibrillazione. Io e gli altri due giudici dovevamo assistere a esibizioni di "hair tattoo" per poi dare un verdetto. Dopodiché è toccato a noi fare uno show. Per l'occasione, disegnai un pitbull. Passione ereditata da mio fratello, quella per i cani. Lui a casa ha cinque pitbull».

Settimana successiva. "Barber Match", l'evento più importante in Italia, si sfidano parrucchieri esperti di tattoo. Gara nazionale. «Volevo arrivare sul podio. Assolutamente. Ci vennero dati 45 minuti di tempo per compiere il tatuaggio. Tanti ma pochi. Riuscii a rientrare nel tempo dato. La mia opera era un ritratto di Bob Marley».

Giorno seguente. Elezione del vincitore. «Sognavo tanto di essere nominato vincitore. In primis, nomina del terzo posto poi nomina del secondo. Non rimane che il primo. Sogno avverato. Esultanza generale. Ero felicissimo. Anzi, di più». L'irpinia si fa valere. Nto hair mugen è il nuovo campione italiano di "Hair Tattoo".

Insomma, sogno realizzato. Resta uno dei progetti principali per il futuro da portare a compimento. L'apertura di un negozio in proprio.

«Al momento gli impegni e idee varie non me lo permettono. Tuttavia, ci sto pensando su. Sarebbe un altro traguardo da raggiungere. Al prossimo "Barber Match" andrò in Sicilia per rivestire la carica di giuria della categoria "hair tattoo"», sentenzia.

Il campione conclude così: «Sono fiero di me. I miei genitori lo sono e lo sarebbe anche mio nonno lassù. A lui dedico la mia vittoria. A lui che mi ha sostenuto ai primi corsi di parrucchiere. Anche i miei amici mi hanno appoggiato molto. In qualunque cosa facessi, loro erano lì con me. Parte della mia vittoria è merito loro. Infine, il mio messaggio a chi legge è quello di non mollare mai e poi mai. Io sono l'esempio. Mi dissero che nella vita non avrei fatto nulla ed eccomi qua. Sono il primo barbiere di hair tattoo in tutta Italia. Come dire, dal niente al qualcosa senza dire grazie a nessuno. Ho contato sempre e solo sul mio appoggio. Non possiamo appoggiarci agli altri perché poi se si spostano, noi cadiamo. Coltivate le passioni. Perché sono le passioni a gettare le basi del nostro futuro. Ricordate, da una passione nasce un talento. Sempre. Con impegno e costanza persino l'impossibile è possibile. Regola numero uno: credere in sé stessi».