Sequestrati e minacciati per un appalto

Blitz dell’Antimafia, ieri mattina. Arrestati due pregiudicati: Antonio Guerriero e Girolamo Miele

Bloccarono tre imprenditori che si erano aggiudicati i lavori al torrente Gaudio-Sciminaro Fondamentali nelle indagini le intercettazioni effettuate. A tradirli una cimice nell’auto

Avella.  

Appalti pubblici e criminalità organizzata, prosegue l’azione della Direzione Distrettuale Antimafia sui territori della Bassa Irpinia. Due settimana fa, l’operazione Santa Cristina nel Vallo di Lauro, tra Quindici e Marzano di Nola, che condusse a cinque arresti. Ora, il nuovo intervento dell’Antimafia tocca l’altra vallata, quella del Baianese.

 

Tre imprenditori di Benevento sarebbero stati sequestrati, minacciati e picchiati per un subappalto. Si tratta di un padre e due figli, che qualche giorno fa sono stati bloccati e malmenati dai banditi che pretendevano di ottenere i lavori sul torrente Gaudio - Sciminaro nel Comune di Avella. E’ per tale ragione che due pregiudicati del Mandamento sono stati fermati ieri mattina dai carabinieri grazie a una «cimice» piazzata nella loro auto. Sono Antonio Guerriero, 66 anni, e Girolamo Miele, 52 anni.

 

Entrambi di Avella. Sono stati tratti in arresto nel corso di un’operazione congiunta, che ha visto impegnati i militari della Compagnia di Baiano e quelli del Reparto Mobile di Avellino, su disposizione del pm della Dda Francesco Soviero. Una “cimice” nell’auto su cui erano stati caricati i tre sequestrati ha consentito di ascoltare le terribili minacce rivolte ai malcapitati. Obiettivo dei sequestratori era aggiudicarsi il subappalto dei lavori per l’eliminazione del rischio idraulico lungo l’asse del torrente Gaudio Sciminaro, per i quali il Comune di Avella aveva indetto nei mesi scorsi una regolare gara pubblica.

 

L’ammontare complessivo dell’appalto risalente al 2011, i cui lavori sono tuttora in corso, era di circa un milione e mezzo di euro. Nelle intercettazioni, secondo quanto riportava ieriin un articolo il Corriere del Mezzogiorno, si sentirebbe in particolare Antonio Guerriero dire al complice: «Prendi una pistola» e poi «Stringi di più», con riferimento alle fascette di plastica strette ai polsi dei tre imprenditori.

 

Ai tre malcapitati Guerriero dice: «Se non volete morire fate i bravi». Uno dei sequestrati si preoccupa perché vede il padre star male: «Io ho paura che a papà gli venga qualcosa», dice angosciato. Dunque, ai due pregiudicati, ora in stato di fermo in attesa di convalida, viene contestato il reato di sequestro di persona con l’aggravante del metodo mafioso. Al momento dell’arresto, i due sono stati trovati in anche possesso di armi. Ben tre le pistole trovate addosso a Guerriero e Miele, probabilmente quelle che sono state utilizzate per minacciare i tre imprenditori sanniti. Il sindaco di Avella, Domenico Biancardi, evidenzia l’estraneità del comune dalla vicenda e confida nell’operato della magistratura, «che già da tempo sta conducendo un lavoro straordinario sul nostro territorio, tutelando gli interessi delle cittadinanza e favorendo l’agire amministrativo».

 

di Rocco Fatibene