Le lacrime di Angelo. «Non si può morire di freddo. Perdonaci»

Indignazione e rabbia in città per la morte del clochard

Avellino.  

 

 

di Siep

 

Indignazione. Dolore. Rabbia. Sul social scorrono commenti. La morte di Angelo, senzatetto morto assiderato nel Mercatone abbandonato, crea sgomento e scatena la protesta. Ha fatto il giro di tutta Italia. E' dovuto morire per diventare improvvisamente e tragicamente visibile. Angelo aveva chiesto aiuto in tv. Aveva affidato le sue parole e le sue lacrime al collega Ottavio Giordano. Tutto inutile. Pochi giorni dopo è morto a 43 anni. Aveva tre figli, aveva chiesto aiuto alle isituzioni, implorato. Tutto inutile. Viveva di stenti in condizioni disumane, in quella struttura cadente e abbandonata da trenta anni, diventata ricovero per barboni, disperati e tossicodipendenti. Grand Hotel Mercatone, grand hotel del dolore degli invisibili. Troppa rabbia nel sapere che in quel dedalo di storie di disperati e invisibili, tra rifiuti, topi, degrado è morto un uomo. Angelo, 43 anni e una vita in cui, senza giudizio di sorta, qualcosa è andato storto al punto di arrivare di vivere di niente. Era dimagrito. "Mangio poco" raccontava tra le lacrime. Oggi a parlare è stato suo amico di sventura, Sergio, che resta solo con la sua disperazione e lo choc di essersi svegliato in quell'inferno ed essersi trovato il suo amico morto, al suo fianco. E' morto nel sonno. Forse, ci auguriamo, senza accorgersene. Chissà. Lo aveva detto a Sergio di sentire freddo. Il suo amico in un gesto di incontenibile nobiltà, gli aveva dato il suo cappotto rischiando anche lui in queste notti di gelo artico. Le notti più fredde degli ultimi decenni. Eppure loro erano lì a sopportare, superare le notti e i giorni.  Le notti dei clochard sono il racconto di chi dorme al gelo tra mille rischi e senza assistenza. Si erano procurati un lucchetto per sbarrare l'accesso a quel box in cui, tra sporco e rifiuti, si erano ricavati un ricovero. Avevano accolto anche un terzo clochard, straniero, più anziano. Erano in tre in quello spazio insopportabile alla vista. Fanno male più di ieri le immagini delle tv arrivate in massa a riprendere il ventre del gigante abbandonato. Ma Angelo purtroppo è morto di stenti, indifferenza Non solo delle istituzioni, ma anche di tutti gli altri. E' servita la sua morte per pensare, concretamente, ad Antonio che dorme in auto sulla collina dei Cappuccini, a Sergio che fino a ieri dormiva vicino ad Angelo per tenersi al caldo e al terzo ospite del Mercatone. Maledetto Mercatone, dieci anni fa accadde la stessa tragedia. Un altro invisibile venne trovato morto. Un malore, il freddo pungente. E pare proprio non sia servito. A nulla.