Strage Bus Acqualonga: «Lametta non aveva la licenza»

Nuova udienza nel processo per la morte dei 40 pellegrini

Il legale di Mainiero demolisce la tesi e spiega...

Monteforte Irpino.  

Stamattina nuova udienza in tribunale ad Avellino sulla strage del bus che nel luglio 2013 provocò la morte di 40 pellegrini di Pozzuoli. E' stasto ascoltato Dario Mainiero, agente della Polstrada di Avellino, che ha ricostruito i minuti immediatamente successivi alla tragedia. Raggiunse il luogo dell'incidente in venti minuti partendo dalla sua casa di Mercogliano. «Ho fatto gli ultimi 200 metri a piedi, ho visto la coda dei veicoli lungo l'autostrada, li ho controllati attentamente uno ad uno e non c'erano auto trainate». Circostanza questa di grande rilievo perchè l'avvocato difensore dell'autista, Gennaro Lametta, ha riferito di un veicolo in traino, che avrebbe costretto il suo assistito a una brusca manovra e alla frenata che avrebbe poi causato l'incidente. Mainiero si è poi soffermato sull'attività d'indagine svolta presso la motorizzazione civile di Napoli raccontando che non è mai stata trovata la prenotazione. UN documento che corrisponde al pagamento della tassa di revisione del bus. Inoltre al comune di Cercola non c'è traccia della licenza di autonoleggio intestata ai Lametta, e quindi il pullman avrebbe potuto circolare. Infine parlando dell'ingegner Saulino, uno degli imputati per la falsa revisione del bus, Mainiero ha chiarito che nel giorno della presunta revisione sul mezzo della Mondotravel Aaulino avrebbe effettuato 21 revisioni in 162 minuti dato certificato dagli orari di ingresso e uscita dagli uffici della motorizzazione. Uno ogni 7 minuti (!). Prossima udienza il 10 marzo quando verranno ascoltati 4 consulenti della procura. Entro il 31 dello stresso mese verrà esaurita la lista di testi presentata dalla procura.

Il teste Dario Maniero, Agente della Polstrada di Avellino, è stata, poi ascoltato, nel controesame, degli avvocati delle varie difese, come riferito dai legali.
«In particolare, alle domande incalzanti fatte dall' avvocato Sergio Pisani, difensore di Gennaro Lametta, il teste ha dichiarato di non avere alcuna conoscenza diretta di tutto quanto affermato, in quanto mai si era recato personalmente al Comune di Cercola, non sapeva se lo stesso Comune di Cercola avesse fatto una denuncia di falso all'imputato, non era a conoscenza della circostanza che il Comune di Cercola aveva cambiato sede nell'anno 2010, non sapeva chi fosse il precedente proprietario del Bus, che in effetti era proprio di Cercola, non conosceva il regolamento del Comune di Cercola in ordine alla durata delle licenze ed agli eventuali rinnovi, (stante la possibilità dei comuni di gestire in maniera autonoma la detta circostanza) - spiegano i legali -.
Si tenga conto che lo stesso Maniero ha affermato che l'autobus di proprietà del Lametta, non avrebbe mai superato la revisione in quanto non in possesso di licenza. Dunque Maniero non era a conoscenza che l'autobus aveva superato le precedenti revisioni regolarmente e, pertanto, secondo quanto da egli affermato, ciò non sarebbe stato possibile.
Pertanto, durante il controesame ha più volte dovuto ribadire che quanto dichiarato era frutto di fatti che gli erano stati raccontati.
Durante il controesame, il Maniero ha affermato di aver percorso circa 250 metri a piedi, per raggiungere il luogo della tragedia, passando attraverso centinaia di auto e di aver ben verificato che non vi era alcuna auto trainata. Lasciamo a voi le dovute conclusioni su questo particolare dal momento che la presenza di auto a traino è un particolare inconfutabile in quanto emerge con estrema chiarezza dal filmato ripreso dalla telecamera di Società autostrade».