Sequestrata l'area esterna della piscina comunale di Avellino

L'esito di un sopralluogo dei vigili urbani guidati dal colonnello Michele Arvonio.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

Sigilli alla zona esterna della piscina comunale di Avellino: i giardinetti e il chiostro sono finiti sotto sequestro a causa di numerose irregolarità riscontrate durante un'ispezione effettuata dal comandante della polizia municipale, Michele Arvonio, in seguito all'incarico ricevuto dal segretario generale del Comune, Riccardo Feola, che ha nomitato il colonnello Rup per il project financing che riguarda la struttura del capoluogo irpino. 

Arvonio ha quindi il compito di fare chiarezza sulla convenzione che lega l’impianto di via De Gasperi alla Polisportiva Avellino del Gruppo Cesaro per 99 anni. 

E’ stato proprio il patron Aniello Cesaro a realizzare la struttura inaugurata nel 2006 grazie a un project financing di 4 milioni e 400 mila euro.  

L'imprenditore napoletano è stato recentemente coinvolto col fratello Raffaele nell'inchiesta coordinata dal pm Marinella Di Mauro che contesta ai due Cesaro una presunto concorso esterno in associazione mafiosa.

Per gli inquirenti è stato infatti “documentato il patto tra il clan camorristico e i fratelli imprenditori di Cesaro funzionale all’aggiudicazione dell’appalto attraverso intimidazioni mafiose e reimpiego delle ingenti risorse economiche provenienti dai traffici illeciti del clan”.

Il sequestro della zona esterna della piscina non è certo l'ultimo atto delle indagini realizzate da Arvonio che nei prossimi giorni passerà a setaccio le autorizzazioni amministrative rilasciate dai dirigenti e la corrispondenza fra l'opera realizzata e quella autorizzata in fase processuale.

Sulle indagini al momento i caschi bianchi mantengono un riserbo strettissimo. Complice il momento delicato che sta vivendo la struttura del capoluogo irpino.