Ucciso a coltellate davanti al bancomat: processo da rifare

I fatti risalgono al 2013. Quando a Baiano Santolo Sorriento assassinò Benito Fusco Petrillo.

Ora la Corte d'assise d'appello di Napoli avrà novanta giorni per aprire di nuovo il processo. I magistrati partenopei dovranno tenere conto dei rilievi che la Cassazione evidenzierà nella motivazione della propria decisione.

Baiano.  

 

di Andrea Fantucchio 

Ieri la Cassazione ha annullato con rinvio il processo a carico di Santolo Sorriento accusato di aver assassinato Benito Fusco Petrillo nel gennaio del 2013 a Baiano. Sorriento aveva seguito Petrillo fino al bancomat e, avvicinandosi alle spalle, lo aveva poi accoltellato più volte fino ad ucciderlo.

Alla base del gesto un presunto debito di 30mila euro non onorato da Petrillo in favore di Sorriento. Un debito di molti anni prima.

Il pubblico ministero aveva chiesto 22 anni di reclusione a carico dell'imputato, poi ridotti a 18 dai giudici della Corte d'Assise che avevano escluso l'aggravante della premeditazione.

La Corte d'Appello di Napoli ha poi confermato la condanna di primo grado ma ridotto la pena: da diciotto a sedici anni di reclusione. Per lo sconto era stata decisiva la difesa, condotta dall'avvocato Nello Pizza, che aveva più volte evidenziato l'incapacità di intendere e di volere del suo assistito al momento del gesto.

Ieri la decisione della Cassazione, che ha annullato la sentenza precedente. Il processo ritorna alla Corte d'assise d'appello di Napoli. I magistrati partenopei dovranno tenere conto dei rilievi che la Cassazione evidenzierà nella motivazione della propria decisione. Entro 90 giorni si dovrà di nuovo aprire il processo su Sorriento.