Avellino, rapina con pistole e fuga da film in auto: arrestato

L'uomo apparteneva al gruppo di rapinatori ribattezzati la "banda della Bmw ".

Le indagini degli uomini della polizia stradale avellinese, guidati dal comandante Renato Alfano, erano partite nel 2015. A carico dell'uomo arrestato ieri era stato emesso un mandato di cattura internazionale.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

La polizia calabrese di Rossano ieri sera ha arrestato il cittadino serbo, B.Z, perchè ritenuto autore di una serie di rapine a mano armata che nel 2015 hanno terrorizzato tanti paesi dell’Irpinia e del salernitano.

Il 35enne e i suoi due complici di allora, per via della loro auto di grossa cilindrata, erano stati ribattezzati la banda “della Bmw”. Come l'omonimo gruppo di malviventi che, a bordo di una vettura scura, negli stessi anni terrorizzavano il Nord Italia, nelle zone di Ferrara e Verona. 

Una serie di rapine, come quella calda notte di maggio del 2015, quando i tre malviventi avevano preso di mira una casa avellinese. Erano entrati nell'abitazione armati di pistole, costringendo residenti a consegnare gli oggetti di valore, e poi erano fuggiti via in auto diretti in autostrada.

Erano stati intercettati da un posto di blocco della polizia stradale avellinese all'altezza dello svincolo di Baiano. Dove non si erano fermati all'alt degli agenti iniziando a sparare. Ne era nato uno scontro a fuoco. I banditi, messi alle strette, avevano poi tentato una fuga disperata contromano. Un inseguimento rocambolesco durato un centinaio di chilometri. Una scena da film poliziesco con la Bmw lanciata a tutta velocità, seguita da diverse pattuglie della stradale. Solo il caso aveva impedito uno scontro con le auto che provenivano dalla carreggiata opposta.

Una fuga fortunata per i rapinatori che, all'altezza dell'uscita di Candela, avevano poi abbandonato l'auto, sequestrata in seguito dagli agenti, e si erano dileguati nelle campagne circostanti.

Gli uomini del comandante Renato Alfano, nei mesi successivi, avevano continuato le indagini.

Affiancati dalla stazione operativa che, grazie allo studio della banca dati, era riuscita a risalire all'identità di due dei tre rapinatori. Entrambi già noti alle forze dell'ordine per furti in abitazione e rapine a mano armata compiute fra Calabria e Campania. Uno dei due, D.D, nel 2016 è poi risultato già detenuto presso il carcere di Poggioreale.

Gli uomini della Polizia Giudiziaria dei reparti della stradale erano poi riusciti a individuare, B.Z., presso un campo rom di Acerra. Durante l'operazione di cattura, i residenti della tendopoli, inclusi donne e bambini, si erano scagliati contro gli agenti. Avevano utilizzato pietre e bastoni ferendo i poliziotti. Il ricercato aveva così avuto il tempo di fuggire. L'uomo, come avrebbero poi scoperto gli inquirenti, nei giorni successivi era partito per la Serbia. Dove si era rifugiato presso alcuni conoscenti.

A suo carico, su disposizione del sostituto procuratore Antonella Salvatoreè stato emesso un mandato di cattura internazionale. Proprio nella nazione d'origine, il ricercato aveva poi trascorso diversi mesi, tornando in Italia di tanto in tanto. Il suo arresto si è materializzato ieri sera, nella zona del porto di Corigliano Calabro. Fatale per B.Z. un controllo della polizia che ha fermato diversi uomini, per lo più stranieri, chiedendo i documenti.

Il cittadino serbo, vistosi messo alle strette, ha provato ad allontanarsi. Vanamente. E' stato condotto in commissariato dove è stata eseguita l'identificazione e poi l'arresto. B.Z si trova ora in carcere a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Intanto continuano le indagini per ricostruire l'attività svolta dall'uomo e della sua banda e per arrivare all'idenitificazione del complice ancora sconosciuto.