Irpinia, nuovo colpo alle Poste: caccia alla banda dell'Audi

Colpo con esplosivo, poi la fuga. A bordo di quell'auto che non è passata inosservata.

In Irpinia si riaccende la paura. Si tratta infatti, anche se i ladri non hanno portato via nulla, dell'ennesimo colpo alle poste in meno di due mesi. Evidenze che hanno spinto il comando provinciale dei carabinieri a intensificare i controlli.

Pietradefusi.  

 

di Andrea Fantucchio 

Esplosivo, parete sfondata, minuti di comprensibile paura: nuovo colpo alle poste in Irpinia. Stavolta è toccato all'ufficio Pt di Pietradefusi, nella frazione di Dentecane, essere teatro di una notte di paura. (A fine articolo e in copertina le immagini dell'accaduto con l'intervento dei carabinieri)

Secondo la ricostruzione degli investigatori, intorno alle 3.00 della scorsa notte, degli ignoti, almeno tre, si sono aperti un varco nel vetro blindato della porta d'ingresso, utilizzando dell'esplosivo. Ma dal buco nella parete a quello nell'acqua il passo è stato breve. All'interno della cassaforte, infatti, i ladri non hanno trovato neppure un euro. Un fiasco reso peggiore da quanto accaduto dopo. Il boato prodotto dall'esplosivo e l'allarme degli uffici hanno svegliato non poche persone. E' stato contattato il 112. Sul posto sono piombate numerose Gazzelle della compagnia di Mirabella Eclano al comando del capitano Domenico Signa.

I ladri, allertati dalle sirene e avvertiti dai complici che "facevano da vedette", si sono fiondati in auto, per poi dileguarsi nella notte. E' immediatamente partita la caccia alla banda. I militari stanno provando a ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto. Alcune testimonianze hanno permesso di identificare l'auto, pare si tratti di una vistosa Audi nera, utilizzata dai malviventi. Il resto potrebbero farlo le immagini del circuito di telecamere poste lungo le strade. Video che potrebbero permettere di ricostruire aspetti salienti della fuga dei malviventi.

Quello di questa notte è l'ennesimo colpo alle poste in Irpinia negli ultimi due mesi. Meno di una settimana fa era toccato alla posta di via San Vito Apice, ad Ariano Irpino, essere presa di mira dai ladri. Per arrivare alla cassaforte avevano forzato l'ingresso di una scuola elementare adiacente agli uffici pt, per poi abbattere una parete a picconate. All'interno, però, una brutta sopresa: niente da rubare, nemmeno un euro in cassa.

A ottobre era andata meglio a un'altra banda di ladri che avevano portato via diverse migliaia d'euro dallo stesso ufficio postale ad Ariano Irpino. Sempre armati di martelli e picconi utilizzati per sfondare la parete della scuola e aprirsi un varco.

A fine dicembre sono invece state prese di mira dai rapinatori le filiali del Banco Popolare di Bari a Bisaccia e della Banca Credito Cooperativo di Flumeri a Grottaminarda.I criminali avevano utilizzato una pala di ferro imbottita di esplosivo per far saltare in aria i bancomat per poi abbattere la parete con un'auto rubata e recuperare il bottino.

Questi colpi a distanza ravvicinata, dislocati in una porzione di territorio non così ampia, hanno spinto compagnie e stazioni a intensificare i pattugliamenti e coordinarsi ulteriormente nello sviluppo delle indagini. Con la supervisione del comando provinciale, coordinato dal colonnello Massimo Cagnazzo, sono state impegnate nelle indagini squadre delle compagnie di Ariano Irpino, Mirabella Eclano e anche Sant'Angelo dei Lombardi nel cui territorio di competenza pure sono stati registrati alcuni colpi alle poste.

L'attenzione degli investigatori è focalizzata su quel territorio, con epicentro in Valle Ufita, già in passato preso di mira da alcune bande provenienti dal foggiano. Spesso criminali che dopo aver scelto con cure le banche o poste da rapinare eseguivano il colpo per poi guadagnarsi la fuga approfittando della vicina autostrada. Quelle bande avevano come elemento comune uno o più membri che conoscevano alla perfezione il territorio e si occupavano di «preparare il terreno per i complici». Se anche stavolta ci troviamo di fronte a un gruppo di malviventi simili è ancora presto per dirlo. Le indagini sono infatti ancora nelle battute iniziali. E gli inquirenti mantengono ovviamente il massimo riservo.