Processo Pago, il pentito: ecco chi erano Maffettone e Vitale

Presunta collusione fra camorra e politica. Ascoltato l'ex affiliato dei Cava, Aniello Acunzo.

Nel processo su una presunta capacità di condizionamento della criminalità organizzata sull'amministrazione locale. Ascoltato il pentito Acunzo.

Pago del Vallo di Lauro.  

 

di Andrea Fantucchio 

Ascoltato l'ex affiliato del clan Cava, Aniello Acunzo, nel processo su una presunta collusione fra camorra e politica a Pago del Vallo di Lauro. Fra gli imputati l'ex sindaco, Giuseppe Corcione, e alcuni membri della sua amministrazione coinvolti in vari filoni dell'inchiesta, condotta dagli uomini dell'antimafia napoletana e della Mobile di Lauro. Un' indagine che mirava a scoperchiare una presunta capacità di condizionamento sull'amministrazione locale da parte della criminalità organizzata.

Le dichiarazioni di Acunzo si sono focalizzate su uno degli imputati accusati di abusi edilizi ed estorsione, Luigi Vitale, e su Giulio Maffettone, braccio destro del boss Biagio Cava ammazzato in un agguato di camorra a marzo del 2016. Per il procuratore, Francesco Soviero, Maffettone avrebbe intimidito, per conto del sindaco, Orlando Rega. L'uomo che aveva denunciato la fascia tricolore per presunte minacce e pressioni subite affinché vendesse alcuni terreni a un prezzo più basso del dovuto. Una proprietà che si trova lungo la strada statale di Pago.

Acunzo ha spiegato che: «Maffettone aveva un ruolo di spicco nel clan Cava. Anche dopo l'arresto del boss Biagio. Vitale era legato ad Agostino Sangermano» Capo dell'omonimo clan di San Paolo Belsito balzato all'onore delle cronache qualche anno fa. Quando una processione religiosa si era fermata per inchinarsi di fronte alla villa del boss in segno di rispetto.

«Vitale faceva le estorsioni per i San Germano» ha confermato Acunzo. E proprio i rapporti del sindaco con Vitale sono finiti all'interno dell'inchiesta dell'antimafia. Presunti collegamenti citati anche dal testimone della polizia, Alfonso De Maio, che ha elencato numerose intercettazioni delle quali comparivano il sindaco, il vice Amoroso, Maffettone e Vitale.

Lo storico avvocato della famiglia Cava, Raffaele Bizzarro, ha tentato si smontare l'attendibilità di Acunzo citando il processo sul tentato omicidio di Felice Graziano. Quando proprio Acunzo aveva indicato Biagio Cava come mandante, aggiungendo di aver preso personalmente parte al tentativo di omicidio affiancato da Durante Siniscalchi. Il tribunale aveva giudicato inattendibili le dichiarazioni, assolvendo Cava, Siniscalchi e persino Acunzo.

Inoltre Bizzarro ha chiesto al testimone da quando non aveva più contatto con persone di Pago.

«Dal 2012, quando sono stato in carcere», ha chiarito Acunzo. Prima che si verificassero i fatti contestati.

Nell'udienza di questa mattina è stato ascoltato anche l'ex vicesindaco e attuale consigliere di Taurano, Michele Bonfiglio. Il testimone ha chiarito che: «Ad aprile del 2013 aveva sentito parlare di un taglio illecito di legname che aveva deturpato una strada comunale fra Pago e Taurano. Così avevo chiamato il vicesindaco Amoroso e lui mi aveva chiesto un nostro mezzo comunale 4x4 per un sopralluogo. Ma non lo avevamo e non se n'è fatto nulla».

Un aspetto rilevante è emerso dalle dichiarazioni del titolare di Irpinia Avanti, cooperativa di Teora incaricata dall'amministrazione Corcione della raccolta rifiuti. Il testa ha spiegato: «La cooperativa esiste per creare lavoro a persone svantaggiate, con deficit fisici e psichici. Avevamo già lavorato a Taurano e Lauro quando ci hanno affidato quell'appalto. Non ricordo quanto personale c'era».

Ha confermato di aver assunto Vincenzo Grasso e Giuseppe Sepe dopo aver chiesto dei nomi al sindaco: «Era una prassi. Quando andavo a lavorare in un nuovo comune e non conoscevo nessuno. Ci affidavamo all'amministrazione per capire se ci fosse qualcuno che avesse bisogno di lavorare. Ma non mi hanno mai obbligato a fare assunzioni. Era un'indicazione». Per gli inquirenti il nome di Grasso e Sepe erano stati suggeriti da Vitale all'amministrazione. Un'altro dei presunti intrecci fra criminalità organizzata e politica. 

La difesa degli imputati è affidata fra agli altri agli avvocati Raffaele Bizzarro, Gaetano Aufiero, Claudio Frongillo, Annibale Schettino, Attilio Panagrosso e Alfonso Furgiuele. Il Comune, parte civile nel processo, è rappresentato dall'avvocato Angelo Polcaro.