Forestali: "Aiutatemi o mi lascerò morire, non ho più niente"

Appello ai politici che contano e a tutti i candidati irpini alle regionali

Ariano Irpino.  

Appello ai politici che contano e a tutti i candidati irpini alle regionali, da parte degli operai idraulico forestali della Comunità Montana dell’Ufita, ancora senza stipendio.

Una situazione di estrema emergenza per molte famiglie finite sul lastrico, senza la possibilità di poter mettere neanche un piatto a tavola.

A parlare è Gianfranco Granato, sposato, tre figli invalidi: “Non ho più niente da perdere, sono ormai 34 mesi che viviamo questo dramma, senza stipendio, hanno dato qualche briciola agli operai a tempo determinato e neanche un centesimo a quelli a contratto indeterminato come me. Non ho più niente per mangiare credetemi e tra un po’ mi staccheranno anche la corrente perché non sono più nelle condizioni di pagare le bollette. Le uniche persone che mi stanno aiutando, nel farmi desistere dal compiere anche gesti estremi, sono le forze dell’ordine. Ma se dalla settimana prossima non cambierà nulla sentirete parlare tristemente di me, sono determinato questa volta.” Fin qui l’appello disperato di uno degli operai che in più di occasioni dopo essersi barricato nella sede dell’ente ha tentato anche il suicidio: "Mi lascerò morire, non ce la faccio più."

I fondi arrivano dalla regione, ma puntualmente grazie anche alla spia di turno all’interno dello stesso ente vengono subito bloccati per saldare debiti pregressi. Al momento non si intravedono luci, la situazione resta ingarbugliata e di fronte ad errori commessi in passato nulla può fare l’attuale presidente dell’ente Carmine Famiglietti, il quale ha già sfoltito la sua rosa e non nasconde anche il desiderio di dimettersi. Occorre assolutamente creare un tavolo di concertazione regionale per risolvere la questione.

I dipendenti forestali dal 2003 non risultano ancora stabilizzati, malgrado un accordo intervenuto tra Comunità Montana, sindacato e regione, che prevedeva appunto la stabilizzazione degli operai o la garanzia di 151 giornate lavorative per poter accedere alla disoccupazione.

Gianni Vigoroso