"Chiuso per aggressione", il provocatorio cartello a Montoro

L'amaro sfogo del tecnico di computer aggredito alla frazione Piano mentre era al lavoro

Montoro.  

"Chiuso per aggressione". In quel cartello affisso sulla saracinesca chiusa del negozio di elettronia a Piano c'è tutta la rabbia per quanto accaduto la scorsa settimana nel centro della frazione Piano a Montoro. Antonio è il tecnico di computer che fu aggredito da due balordi mentre era al lavoro. Una aggressione che gli è costata una frattura scomposta dello zigomo per la quale si dovrà sottoporre ad un intervento chirurgico. E che porterà ad uno stop della sua attività commerciale aggiungendo al danno fisico anche la beffa del danno economico. Due settimane di chiusura, per aggressione appunto. 

"La mia mente si fa un sacco di domande, si legge nella lettera aperta che ha affisso alla saracinesca del suo negozio, in primis sulla riuscita dell’intervento e poi come mai sia possibile una violenza tale? Domande che forse non avranno mai una risposta, nonostante il super impegno messoci dai carabinieri, dai vigili e da una buona parte dei cittadini di piano che hanno contribuito alla ricerca di questi due 'balordi' purtroppo senza nessun risultato. Certo sarebbe facile dare la colpa a chi fa il proprio lavoro, con uno stipendio da fame, senza gasolio nelle autovetture e con un numero limitato di uomini che devono controllare un territorio vasto e complesso con tante frazioni, confinante con paesi notoriamente con un tasso di delinquenza abbastanza alto. Il problema secondo me sta a monte, dove ad esempio si stanziano soldi per le cooperative che gestiscono il traffico di esseri umani, opere private finanziate con soldi pubblici tipo l’Expo di Milano, Roma capitale e via discorrendo investendo pochissimo o niente nella sicurezza che dovrebbe essere alla base di tutto".

"Ma il nostro esercito invece di mandarlo in missioni 'pseudo – umanitarie' perché non lo mettiamo sulle nostre strade come servizio di supporto per le forze dell’ordine in modo da tenere sotto controllo il territorio con quello che succede? Oggi io mi ritengo fortunato forse perché posso ancora scrivere e stare qui nonostante tutto, ma per avere una maggiore sicurezza sulle nostre strade ci doveva scappare il morto?".

Giuseppe Aufiero