Delitto Martiniello, il figlio Mario: "Non archiviatelo"

L'appello e la disperazione di un figlio

Mirabella Eclano.  

 

Il tempo ha smussato i contorni del dolore, ma non certo lo sconforto per quell'orrendo delitto avvenuto nell'estate di otto anni fa nei pressi di un laghetto da pesca sportiva. Contrada Iscalonga, angolo remoto e tranquillo, a pochi chilometri dal centro abitato di Calore di Mirabella Eclano diventa suo malgrado teatro di un efferato omicidio, mai risolto e adesso in procinto di archiviazione. Pasquale Martiniello, 45 anni, è il titolare del laghetto dove pescatori e famiglie spesso passano ore in assoluto relax. L'imprenditore, padre di due figli, viene ucciso a colpi di fucilate, a distanza ravvicinata da un killer rimasto impunito.

Mario Martiniello, il figlio di Pasquale, ha lanciato più di un appello affinché l'autore del delitto del padre si consegnasse alle forze dell'ordine. "Hanno passato al setaccio la nostra famiglia - dice Mario- per capire se sapevamo qualcosa sul conto di papà. Ma lui era una persona tranquilla, un lavoratore onesto, e se avesse avuto qualche problema serio lo avrebbe confidato almeno a suo fratello". Invece nulla. Silenzio assoluto, prima e dopo. Da quella mattina sono trascorsi otto anni ormai. Mario si è sposato, e non può dimenticare la disperazione di quei giorni d'estate. Il tempo non sempre cancella. Il tempo però gli ha dato il coraggio di andare avanti e adesso di chiedere giustizia per suo padre. "Mi appello al presidente Mattarella - esclama Mario Martiniello -, spero che almeno lui stia dalla nostra parte. Chiedo di non archiviare l'omicidio di papà. Non è possibile che le indagini si siano arenate anzitempo. Per noi sarebbe come riaprire una ferita che in fondo non si è mai rimarginata".

Gianni Vigoroso