Arse vivo un pensionato, carcere a vita per Adelina Vecchione

Nelle campagne di Casamarciano, la 'mantide' di Nola per soldi drogò ed ammazzò Felice Paduano

E’ stata condannata all’ergastolo Adelina Vecchione, la cosiddetta “mantide” di Nola. La sentenza è stata emessa dal Gup che ha condannato al carcere a vita la spietata assassina che, il 23 marzo del 2014, arse vivo il 74enne fabbro in pensione di Casamarciano, Felice Paduano, restando a guardare mentre bruciava. Tre anni di reclusione e una multa di duemila euro, la condanna stabilita invece per Domenica Sepe, l’amica della fredda assassina, accusata di ricettazione di denaro e della catenina d’oro rubata alla vittima. Dunque si conclude con una sentenza esemplare, ma che non sorprende affatto: l’efferatezza dell’omicida era stata riconosciuta sin da subito dagli inquirenti, definita dal Gip Paola Borrelli «sadica e priva di umanità».

Il pensionato, Felice Paduano, venne prima descato dalla Vecchione, avvezza a circuire gli anziani del nolano con 'tecniche collaudate'. Gli aveva promesso qualche ora di passione. Le cose però non vanno secondo copione. Adelina lo incontra in una strada isolata di Casamarciano, dove si appartano con la speranza del pensionato di un incontro amoroso. Ma poco prima che si consumi la passione, Adelina come sempre brinda a quell’incontro, con spumante corretto allo Xanax, poi dice al “vecchio” di mettersi comodo reclinando i sedili dell’auto, mentre lei si fuma una sigaretta, giusto il tempo di far assopire l’uomo. La dose di narcotico stavolta è eccessiva, Paduano si sente male. Adelina, imperterrita, lo deruba dei soldi e degli oggetti che ha indosso e lo lascia lì. Il giorno dopo, saputo che il vecchio non ha fatto ritorno a casa, si reca sul luogo del misfatto, lo trova ancora in macchina e decide di sbarazzasi del corpo e di cancellare ogni traccia. Sparge sull’auto e sul corpo di Paduano della benzina e gli dà fuoco, come racconterà alla sua amica. Ora la condanna all’ergastolo.

 

Faro