Casina, falegname disperato si incatena

La protesta di Francesco D'Agostino e l'appello al Comune

Avellino.  

Ed è di nuovo incatenato Francesco D'Agostino, il falegname che da due anni si trova senza bottega perché sfrattato dal Comune. Questa mattina l'artigiano ha inscenato una protesta davanti alla Casina del Principe e torna a minacciare azione eclatanti se il Comune non gli darà la sua bottega.

Il 63enne avellinese lavorava in uno stabile di via Trinità dichiarato inagibile dallo stesso Comune che già da qualche tempo ha posto i sigilli all'intero edificio. Ma l'artigiano sostiene che non è vero che la sua bottega sia inagibile, del resto continua a lavorare all'interno mettendo a rischio la sua incolumità. Sia quelli politici, il sindaco in primis, sia quelli della macchina burocratica, il dirigente del Settore Lavori Pubblici Luigi Cicalese. Entrambi, secondo quanto riferito dallo stesso artigiano avellinese ieri mattina, gli avevano proposto il trasferimento della sua attività in un locale alternativo di proprietà del Comune.

Davanti la Casina del Principe, l'artigiano, insieme a sua moglie, ha preparato legna e coperte: la sua intenzione è quella di portare avanti la protesta passando la notte al freddo e se necessario, ha detto, chiamerò l'ambulanza. «Non mi muovo di qua fino a quando non mi danno ciò che mi hanno promesso. Ma non possono prendermi in giro e dirmi di andare in una bottega situata sotto un palazzo. Dove non ci sono neanche i requisiti per lavorare. Devono sistemare me e mio figlio in un locale idoneo.

O continuo a lavorare con tranquillità nella mia bottega trentennale, o il Comune si deve impegnare a trovarmi dei locali in sostituzione - ha riferito - Me lo avevano garantito già ad aprile il commissario Guercio, ma poi nulla è cambiato. Io sono pronto a tutto».