Giuditta, nessuna violenza sul corpo. Forse un volo dal ponte

Oggi l'autopsia

Aquilonia.  

I graffi constatati sul corpo risultano compatibili con la caduta dal ponte. Questa la prima versione del medico legale Carmen Sementa, dopo una prima osservazione esterna del cadavere, effettuata ieri pomeriggio presso l’obitorio dell’ospedale Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi. Soltanto oggi dalle ore 15.00, lo staff medico effettuerà l’esame autoptico, dopo l’autorizzazione a procedere concessa dal Pm Adriano Del Bene, incaricato sul caso dalla Procura della Repubblica di Avellino.

 

Soltanto Michele, il cugino di Giuditta e un altro familiare hanno raggiunto il nosocomio altirpino per il riconoscimento della salma, come previsto dalla legge. Intanto, stando alle prime ricostruzioni, la ragazza sarebbe stata ritrovata vestita, in maniera corrispondente alle descrizioni fornite dalla famiglia. Non sarebbero stati rilevati segni di colluttazione né di violenza, ma il nodo sulla causa della morte sarà sciolto soltanto dopo il responso del medico legale, che dovrà accertare se si è trattato di suicidio oppure omicidio. I graffi riscontrati dunque, in prima osservazione, potrebbero far intuire che la ragazza si sia lanciata dal ponte. Un ponte di ferro con evidenti scavature di ruggine che funge da barriera al fiume e lo sovrasta per circa undici metri, anche se dipende dalla portata, e fino a un massimo di quindici. L’ipotesi del suicidio intanto, non potrà essere confrontata con rilievi della scientifica sulle maniglie di ferro, in quanto in mancanza di ipotesi di reato, gli inquirenti hanno escluso il rilevamento di tracce.

 

In attesa di notizie certe dall’autopsia, il ritrovamento del corpo di Giuditta nel fiume intanto, lascia perplessa la famiglia, che ha sempre scartato la possibilità che Giuditta soffrisse del male di vivere. Le indagini sulla vita della ragazza da parte degli inquirenti a questo punto prendono altra piega. Caduta l’ipotesi di rapimento e allontanamento volontario, le forze dell’ordine ripartono dal ritrovamento dell’auto.

 

Giuditta si è allontanata di casa mercoledì 21 gennaio intorno alle 17.00, per recarsi dal medico curante a Calitri, come aveva detto alla madre. Ma nel tragitto annunciato dalla casa di Ruvo Del Monte, a Calitri non è mai arrivata. Anzi. La sua auto, una punto grigia, ha percorso tutt’altra strada, fino ad arrivare in quella contrada di Aquilonia che conduce ad una strada chiusa. Già nella serata di mercoledì, il custode di un macello ubicato nelle vicinanze aveva notato l’auto parcheggiata, e aveva prontamente segnalato la targa alle forze dell’ordine, come forma di tutela.

 

Controllata dai carabinieri, l’auto non risultava rubata, ma non avrebbero potuto immaginare che il giorno seguente sarebbe stata denunciata la scomparsa della ragazza a bordo della stessa auto segnalata il giorno precedente. Portiera aperta, chiavi inserite nel quadro, marcia inserita per ripartire e borsa adagiata sul lato passeggeri. Mancava soltanto il cellulare, considerato elemento chiave per le indagini, e che aveva aperto piste differenti, come l’allontanamento volontario.

 

Dopo il ritrovamento del corpo intanto, il mistero del cellulare resta, ma si rafforzano le convinzioni che Giuditta lo custodisse in tasca e che possa essere caduto con lei e finito in acqua. I controlli e le verifiche a tappeto sui tabulati telefonici, personal computer e social network non avevano fatto emergere particolari di rilievo tali da ipotizzare malesseri o contatti frequenti con qualcuno. 

 

Elisa Forte