Tentato riciclaggio di un'auto: condannato affiliato al Nuovo clan Partenio

La difesa è pronta ad impugnare in appello la condanna emessa dal tribunale di Avellino

tentato riciclaggio di un auto condannato affiliato al nuovo clan partenio
Mercogliano.  

di Paola Iandolo 

E' stato condannato a  quattro anni e due mesi di reclusione Carlo Dello Russo (considerato dalla Dda di Napoli esponente di primo piano del Nuovo Clan Partenio, sottoposto alla misura cautelare in carcere dall’ottobre del 2019 per associazione a delinquere, detenuto nel carcere di Agrigento e condannato in primo grado per questa vicenda a 24 anni e 9 mesi l'11 luglio 2023). La nuova condanna è stata rimediata per le accuse di tentato riciclaggio di un'auto rubata fino alla soppressione, nonchè di distruzione e occultamento di atti veri (le targhe e i documenti della vettura rubata)  e al riciclaggio della documentazione di un’altra vettura per cui lo stesso Dello Russo avrebbe anche sporto una falsa denuncia presso la stazione dei Carabinieri di Mirabella Eclano. Dello Russo e’ stato assolto invece dal tentativo di indurre a compiere falsità materiale da parte di un pubblico ufficiale in atti pubblici e dal reato di distruzione di targa e di documentazione della stessa vettura.

La ricostruzione

Le indagini coordinate dalla Procura di Avellino, il pm Fabio Massimo Del Mauro, sono state condotte dalla Polizia Stradale di Avellino. Davanti al Tribunale collegiale di Avellino presieduto dal giudice Lucio Galeota, il pm Antonella Salvatore aveva invocato una condanna a cinque anni e sei mesi per Dello Russo e per il suo coimputato, S.M, classe 72 di Pellezzano, difeso dall’avvocato Gregorio Sorrento mandato assolto insieme a Dello Russo per la prima vicenda contestata .

I fatti sono avvenuti tra marzo e maggio del 2019. Nel marzo del 2019- stando allimpianto accusatorio - S.M avrebbe tentato di immatricolare con una targa francese una vettura rubata quattro anni prima (nel 2015) a cui però era stato modificato il numero di telaio. Il tentativo saltò grazie alla Banca Dati della Motorizzazione che il 7 marzo del 2019 aveva respinto la richieste. La difesa di Dello Russo, rappresentata dall’avvocato Claudio Mauriello, ha messo in evidenza che entrambe le vetture fossero state in realtà acquistate dal cinquantunenne. Argomenti che la difesa produrrà in appello, dopo aver letto le motivazioni della sentenza di primo grado.