Salma da sei mesi in obitorio, appello a Papa Francesco

Il riscontro del Dna da parte dei Ris è arrivato da tempo, manca solo una firma a Benevento....

La tragedia di Michele D’Apice, sei mesi fa venne trovato cadavere in un suo fondo, la salma giace ancora in obitorio.

Montecalvo Irpino.  

 

Il riscontro del Dna da parte dei Ris è arrivato da tempo, manca solo una firma, ma evidentemente pesa così tanto ora anche una penna per mettere nero su bianco e chiudere definitivamente la triste storia di Michele D’Apice. Familiari disperati e impotenti, non sanno più a chi rivolgersi. Viene lanciato un appello a Papa Francesco affinchè possa ascoltare il loro grido di aiuto: “Non ce la facciamo più, il disinteresse è davvero vergognoso, istituzioni senza cuore anche di fronte alla morte e al nostro dolore. Siamo stati contattati anche dalla trasmissione Rai chi l’ha visto, ma siamo gente semplice e umille. Se nelle prossime ore non si sbloccherà questa situazione andremo fino in fondo per far sentire in alto la nostra voce. Ci auguriamo che questo nostro messaggio possa arrivare al Santo Padre, lui che dimostra ogni giorno grande attenzione verso chi vive nel dolore e nella sofferenza.” I mesi sono saliti a sei e la salma resta ancora bloccata dalla burocrazia e dall’indifferenza delle istituzioni in una cella frigorifera nell’obitorio dell’ospedale Frangipane di Ariano Irpino. Ci fosse stata una solo istituzione locale a farsi sentire da chi di competenza su questa storia incredibile.

Gianni Vigoroso