Centri profughi, In Opera già coinvolta in Mafia Capitale

Tra le società che gestivano le strutture irpine c'è quella coinvolta nell'inchiesta capitolina

Avellino.  

La chiusura amministrativa dei sette centri di accoglienza per i migranti in Irpinia avrà un suo effetto pratico differito. Infatti, le istituzioni locali non hanno ancora trovato altre sistemazioni ai cittadini extracomunitari che le occupano tuttora e non sanno dove andare. Tra l'altro proprio nei giorni scorsi, prima che il blitz dei Nas fosse compiuto e il gip del Tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone, su richiesta del procuratore capo Rosario Cantelmo, firmasse il provvedimento di sequestro, era stato annunciato l'arrivo in provincia di altre 300 profughi. Adesso, molto probabilmente, i centri di smistamento dovranno rivedere le destinazioni e riorganizzare l'assegnazione delle sistemazioni.

Intanto, viene fuori che una delle cooperative sociali che gestivano questi centri e ora sono finite sotto i riflettori, è In Opera, la stessa coinvolta anche nell'inchiesta su Mafia Capitale, da cui tutto è partito.