Prostituzione, si torna all'antico: tutte a casa

Il 40 per cento del sesso a pagamento è al chiuso. In appartamenti, alberghi e club.

In appartamenti, alberghi e club. Aumenta anche il numero delle italiane. Le minorenni sono il sette per cento del totale. Il profilo del cliente tipo.

Avellino.  

 

di Luciano Trapanese

Un giro d'affari tra i sette e i dieci miliardi l'anno. Un esercito stimato (incrociando i dati del Gruppo Abele con quelli del ministero dell'Interno), di 150mila prostitute e nove milioni di clienti. Un business impressionante. Secondo solo a quello della droga, che frutta alle organizzazioni criminali 75 miliardi l'anno.

Tre le regioni al vertice del commercio di donne: Campania (naturalmente), Lazio e Lombardia.

Cresce il giro della prostituzione in casa. Quella meno rintracciabile, nascosta. E che vede “impegnate” anche molte italiane, spesso costrette dalla crisi, da qualche sfruttatore o anche solo dall'esigenza di avere più soldi.

L'ultima casa chiusa è stata scoperta in Irpinia, a Serino. Due dominicane, una residente a Salerno, l'altra a Napoli. E un numero di clienti a dir poco impressionante.

Ma, per restare in provincia di Avellino, sono decine le case chiuse scoperte negli ultimi mesi, nel capoluogo, ad Atripalda, a Mercogliano, Monteforte, in Alta Irpinia, nel Baianese. A Napoli nella sola zona del centro storico sarebbero stati individuati 500 appartamenti del sesso a pagamento. Nella città di Salerno almeno 60 le case di piacere. E' un mercato in continua, costante espansione.

La percentuale di prostitute che riceve in casa è quasi del 40 per cento rispetto al totale. Ma i numeri non possono essere precisi. Anche perché il sommerso, naturalmente, è difficile da quantificare.

Per gli sfruttatori la prostituzione al chiuso è più facilmente gestibile. Non ci sono scontri con altri gruppi per contendersi il territorio e sono anche meno probabili le aggressioni alle ragazze. Oltretutto è più difficile individuare gli organizzatori della traffico di sesso. Le giovani sono spesso sole in casa e la semplice prostituzione – senza cioè lo sfruttamento – non è considerata reato. La maggior parte delle ragazze è straniera (ma come detto sale il numero delle italiane, soprattutto per il cosiddetto “sesso domestico” e quello on line). La maggior parte ha un'età compresa tra i 18 e i 30 anni. Ma le minorenni (secondo i dati della Caritas), sono il sette per cento.

Il profilo del cliente tipo – formulato dalla comunità Giovanni XXIII - è quello di un uomo sposato (nel 77 per cento dei casi), benestante (56 per cento), che frequenta abitudinariamente le prostitute (75 per cento, una volta ogni due settimane), che è padre di famiglia.

Nel 70 per cento dei casi i clienti chiedono sesso non protetto. Un dato sconcertante, e che ha comportato anche l'aumento di malattie sessualmente trasmissibili (oltre all'Hiv, anche gonorrea e sifilide). Il 43 per cento dei clienti ha un'età compresa tra 40 e 55 anni, mentre il 21 per cento ha tra i 25 e i 29 anni.