San Modestino sparito. A giudizio Preziosi (Air) e il parroco

Ecco chi e come ha rimosso la statua nel 2010. Il processo inizia il 18 gennaio

Il racconto dell'imprenditore che ha eseguito materialmente lo spostamento. E il ruolo che avrebbero giocato gli altri rinviati a giudizio ...

Mercogliano.  

La sparizione della statua di San Modestino a Mercogliano sembra la trama di un film. Protagonisti un imprenditore che voleva far un dono al suo paese, un noto dirigente e il prete locale.

La rimozione abusiva della statua, avvenuta nel 2010, torna d'attualità. Rinviati a giudizio, (il processo inizia il 18 gennaio), il dirigente Air (che è proprietaria dello spazio davanti alla funicolare), Costantino Preziosi, il parroco di Mercogliano, don Angelo Picariello, e l'imprenditore, Stefano Ambrosone.

Per chi si fosse perso le precedenti puntate, riavvolgiamo brevemente la vicenda. La statua risale al 1980, donata dal sindaco e dalla Pro loco locale al paese. Rappresentava l'effige in bronzo di San Modestino, posto su un cubo di granito rosso iraniano, a suo volta collocato su un piedistallo di breccia irpina. Proprio il piedistallo le è stato fatale. O, meglio, le sue dimensioni che occupavano per intero la zona centrale della piazza rendendola inutilizzabile sia come parcheggio (funzione attuale) che come spazio per l'organizzazione di attività.

Nel 2010 fu rimossa in pieno giorno. Eppure, nessuno, a partire dal sindaco e dal comandante della polizia municipale che abita a nemmeno trecento metri, si è accorto di nulla. O sapeva cosa fosse successo. La statua è stata ritrovata qualche tempo dopo nel giardino di un marmista di Monteforte. Come c'è arrivata?

Lasciamolo raccontare proprio a Stefano Ambrosone, l'uomo che ha eseguito la rimozione.

“Tutto inizia nel 2009 – racconta -. Don Angelo presentò una lettera all'amministrazione per spostare la statua davanti alla chiesa di San Modestino in onore dei festeggiamenti che si sarebbero svolti l'anno successivo. Io che in quella piazza volevo organizzare il Mercogliano Music Festival, portando Edoardo Bennato, sollecitai l'amministrazione per lo spostamento. Furono tutti d'accordo. Dissero che la vicenda si sarebbe risolta in tempi brevissimi. Anche Preziosi era entusiasta, tanto da accollarsi perfino il costo del ripristino dell'asfalto. Ci furono contatti fra l'assessore Gesualdo e il parroco per definire i dettagli”.

Le cose però non andarono come previsto. Fu sporta una denuncia e lo spostamento si arenò.

“Quindici giorni prima del concerto di Bennato – conferma Ambrosone -, la statua era ancora al suo posto. Mi recai in comune per chiedere delucidazioni. Nessuno rispondeva, era un fuggi fuggi generale. Andai dal parroco e lui mi disse che quelli del comune avevano combinato un mezzo disastro. Volevano metterla nella piazza di fronte alla chiesa di San Modestino, in una posizione che avrebbe bloccato l'accesso. Io che avevo già sottoscritto un accordo di ventiseimila euro per Edoardo Bennato, feci ritorno in municipio. Ma niente, tutti se ne lavavano le mani. Così tornai dal parroco e gli dissi, “Se vado dal marmista e la faccio revisionare, poi la mettiamo qua avanti? (di fronte alla chiesa san modestino)” Rispose di sì.

Così l'imprenditore noleggiò la gru e si apprestò a fare il lavoro.

“Smontai la statua in pieno giorno, non l'ho fatto mica alle due di notte – come ho raccontato anche alle forze dell'ordine -. La portai dal marmista accompagnato da don Angelo. Lui disse cosa togliere. Il marmo avanzato pensava di riutilizzarlo per fare altri lavori dalla chiesa. La mia intenzione era certo fare l'evento, ma soprattutto ridare uno spazio alla città. Non fu possibile, sporsero denuncia”.

E poi la vicenda si è arenata. La piazza Montevergine è ancora lì priva della sua statua. Viene utilizzata come parcheggio, anche dai pullman Air, e per organizzare le maggiori manifestazioni cittadine.

“Spero - conclude Ambrosone - non si vada in prescrizione. Mi autoaccuserò della rimozione e chiederò la cortesia di ripristinare la statua in piazza. Possibilmente facendole un piedistallo ancora più grande. Se è questo che il paese vuole. Cioè rinunciare a quello spazio come era prima. Mi auguro anche che almeno stavolta, poi, la sorveglino la statua. Quando l'ho portata via, ho dovuto mettere il guanto d'acciaio per rimuovere le siringhe”.

Ciò che resta, in questa vicenda, è l'immobilismo delle istituzioni. Quando San Modestino è stato ritrovato, se era davvero interesse di tutti rimetterlo in piazza, perché lo spostamento non è stato effettuato? Mentre lo spazio, liberato dell'empasse della statua, diventava parcheggio e centro di tante sagre e manifestazioni. Una questione d'interesse? Il dubbio, inevitabilmente, resta.

Andrea Fantucchio